Marco Caldara
05 March 2018

Maria ha perso la sua aura. Saprà ritrovarla?

Da quando è tornata nel circuito, ormai 11 mesi fa, Maria Sharapova si è fatta vedere raramente. Secondo Martina Navratilova è il frutto di un pericoloso circolo vizioso: le avversarie non la vedono più come intoccabile, non hanno paura ad affrontarla e la battono più spesso.
Sono passati undici mesi dal rientro nel Tour di Maria Sharapova dopo la sospensione per il famoso caso Meldonium, e si può tranquillamente affermare che il suo ritorno non ha avuto l’impatto che tutti si aspettavano: il pubblico, i media e probabilmente anche lei stessa. Era ripartita da Stoccarda, scaricando sul campo della Porsche Arena tutta la sua voglia di rivalsa e vincendo subito tre match di buon livello, ma l’effetto rientro è scemato in fretta a causa di un paio di infortuni, e oggi la situazione non sembra delle più brillanti. Il motivo è lì da vedere: fatta eccezione per il titolo nel piccolo WTA International di Tianjin, l’ex numero uno del mondo ha faticato a farsi vedere, malgrado l’anarchia del 2017 del circuito femminile abbia distribuito parecchie possibilità. “Masha” è ancora ferma al numero 41 della classifica, e visto che il mese prossimo spegnerà 31 candeline il pubblico inizia a chiedersi se tornerà mai più quella di prima, recuperando almeno un livello sufficiente per stare stabilmente fra le prime 10 del mondo. Sull’argomento merita di essere ascoltata l’opinione di Martina Navratilova, che dall’alto della sua esperienza ha analizzato la situazioni e i motivi delle difficoltà incontrate dalla russa negli ultimi mesi, offrendo una chiave di lettura molto interessante, pubblicata sul sito WTA. In sintesi, secondo Martina il problema più grande della Sharapova è l’aver smarrito quell’aura da leader che la avvolgeva un tempo, differenza che ha fatto scattare tutta una serie di meccanismi nella testa sua e delle avversarie. “Maria – si legge – è una giocatrice che ha bisogno di fiducia, perché in campo ha bisogno di imporsi sull’avversaria. In passato era brava a mostrare una condizione di fiducia anche quando magari non la sentiva realmente, ma il fatto che abbia iniziato a perdere spesso nei primi turni dei tornei ha reso tutto più complicato”.
MARIA HA PERSO LA SUA AURA
Il discorso della Navratilova sembra complesso, ma in realtà è molto semplice. È risaputo che vincere aiuta a vincere, e la situazione delicata attraversata dalla russa ha creato un pericoloso circolo vizioso. Lei ottiene meno vittorie di un tempo, quindi crede meno nei suoi mezzi, mentre è come se le sue avversarie siano indirettamente incoraggiate dalla situazione. L’hanno vista faticare, così hanno cambiato il loro approccio nei suoi confronti, iniziando a pensare di poterla battere. “Nel tennis – ha scritto ancora la leggenda ceco-statunitense – l’atteggiamento fa tantissimo. Le altre giocatrici sentono di poterla battere e finiscono per riuscirci, giocando magari al di sopra delle proprie possibilità. Magari una volta puntavano a vincere un set, mentre ora partono per vincere. Quando smarrisci una certa aura poi è molto difficile recuperarla”. Un concetto che si vede spesso con i big: quante volte vincono una partita solo col cognome, ancora prima di scendere in campo? Nei loro momenti di forma capita spesso, mentre quando iniziano a perdere qualche partita di troppo lo scenario può ribaltarsi molto rapidamente. “La situazione – continua la pluricampionessa Slam – non dipende da ciò che Maria sta facendo più o meno bene. A certi livelli il margine fra vittoria e sconfitta è molto piccolo, ancor di più per una giocatrice col suo tennis. Non la aiuta il fatto che il suo servizio non sia più la stessa arma che era una volta, quando era più giovane. Una situazione che la fa pensare di più, e le mette in testa dei dubbi. Quando le cose non funzionano bene, lei fa più fatica a togliersi dai guai rispetto a giocatrici dal gran servizio, come può essere Serena, ed è un aspetto che incide. Sono tante piccole cose che si sommano, e rendono la situazione difficile da superare”.
MOTIVAZIONI DIFFICILI DA TROVARE
Chi pensa che per avere realmente un quadro della situazione sia necessario attendere una stagione intera non ha tutti i torti, perché dal suo rientro la Sharapova è riuscita a disputare solamente undici tornei, fermandosi quasi subito per l’infortunio al quadricipite accusato agli Internazionali d’Italia e poi di nuovo d’estate per un problema all’avambraccio. Ma è anche evidente che il suo tennis migliore l’ha ritrovato solo a (rapidi) sprazzi, e a fare il paio con qualche bella vittoria ci sono anche delle sconfitte che han lasciato più di una perplessità. “Si può dire che non ha ancora giocato una stagione intera, ma gli anni passano e questo rende le cose ancora più difficili. Sarà una scalata difficile, su questo non ci sono dubbi”. Emerge che il percorso che potrebbe riportarla al top – ammesso che ci riesca – è lungo e complicato, e non dipende strettamente dalla quantità di punti che sarà in grado di raccogliere nei prossimi mesi, a meno che non arrivi un grande risultato in un grande torneo, che per una come la russa significa una finale in un torneo del Grande Slam. “Una situazione che indurrebbe le altre giocatrici a pensare che è tornato sul serio, cambiando la situazione”. Secondo la Navratilova, la russa potrebbe riuscire a tornare grande, anche se la strada è complicata. “Maria adora la competizione, e in passato dal tennis ha ricevuto tantissimo. Ora che sta ricevendo un po’ meno, è difficile restare motivata come un tempo”. Un punto da non sottovalutare: fin da quando ha vinto il torneo di Wimbledon a soli 17 anni, la russa è sempre stata abituata a essere una delle prime due-tre star del circuito, mentre oggi non lo è più, né in campo perché vince meno né fuori, a causa della sospensione che ne ha macchiato l’immagine. Ergo, ha bisogno di motivazioni ancora maggiori. E meno facili da trovare.
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