LA TERRA DEL FUTURO
Dopo il match, Shapovalov ha spiegato che essere mancini, nel tennis, è un fattore positivo. “Credo che rappresenti un bel vantaggio, su tutte le superfici. Mentre crescevo, mi sono reso conto di quanto sia positivo essere mancino sulla terra, perché vedevo Rafa dominare. Continua a farlo ora. Per quanto mi riguarda, mi devo adattare alle problematiche di questa superficie: rimbalzi alti, palle lente e scambi più lunghi. Devo sistemare il mio gioco di gambe e trovare il giusto equilibrio per attaccare e difendere allo stesso tempo”. Shapovalov è tra le gli elementi più interessanti della nuova generazione ATP. “C'è un gruppo di giocatori molto forti, è bello vedere i progressi. Per me è una grande motivazione: per esempio, Tsitsipas ha giocato molto bene nelle ultime settimane e questo mi ha fatto venire voglia di scendere in campo e allenarmi ancora più duramente”. Ovviamente, gli hanno chiesto se i quarti a Madrid gli cambiano le prospettive immediate. “Ma no, per me si tratta di un bonus. Non avrei mai pensato di andare così avanti: non smetto di imparare e non importa fino a dove mi spingerò, voglio continuare a lavorare e imparare. Tra qualche anno spero di essere tra i candidati per il Roland Garros, ma adesso non ho pressione né aspettative”. Con la terra rossa parigina che non è più lenta come un tempo, e con l'epopea Nadal che prima o poi finirà (se non altro per ragioni anagrafiche... ), chissà che tra qualche anno non ci si possa ricordare delle parole odierne di Denis Shapovalov. Di certo, per chi ama il bel gioco, una sua vittoria su Raonic è davvero una bella notizia.