Il tempo passa per tutti, anche per i riccioli che vent'anni fa avevano portato una ventata d'allegria nel tennis mondiale. Correva l'anno 1997 quando Gustavo Kuerten, da numero 66 ATP, vinceva il Roland Garros e metteva il Brasile nella geografia del tennis, a trent'anni da Maria Esther Bueno. Sono trascorsi quasi 10 anni dal suo ritiro e ogni tanto lo si vede ancora: quando lo invitano, magari durante il Roland Garros, oppure al torneo di Rio de Janeiro, non manca mai. I riccioli sono scomparsi per lasciare spazio a qualche capello grigio, ma l'allegria è quella di sempre. La vita di Guga si sviluppa a Florianopolis, dove ha lanciato un progetto interessante: si chiama “Semana Guga Kuerten” ed è una festa per tutti. C'è un torneo giovanile, uno di beach tennis e uno per disabili. Va avanti dal 2009 e si tratta della punta di diamante di un'attività che ha coinvolto quasi 2.000 bambini, sparsi in 38 scuole tennis. L'obiettivo è creare, per la prima volta, un movimento brasiliano. “Non voglio lavorare ad alti livelli, preferisco dedicarmi al Brasile – ha detto in un'interessante intervista con Globo Esporte – voglio contribuire allo sviluppo del movimento, anche se si tratta di un progetto a lungo termine”. E pensare che le occasioni non sono mancate: lo scorso aprile, Juan Martin Del Potro aveva ammesso di averlo contattato. Kuerten conferma e dice di aver ricevuto una proposta anche da Jo Wilfried Tsonga. “I tennisti sanno che non sono disponibile, però ci provano ugualmente – racconta Kuerten – il contatto con Tsonga risale al torneo di Rio de Janeiro 2016. Ho pensato di dargli una mano senza diventare il suo coach, ma con un tennista straniero è difficile, si creano false aspettative. Se accetti, devi farlo bene”.