Marco Caldara
03 November 2018

I Signori del tennis del futuro (25-17)

Le Next Gen ATP Finals tornano a Milano e abbiamo voluto realizzare la seconda edizione della nostra Top-25 dei migliori under 21 del circuito. Affidiamo i nostri futuri piaceri soprattutto a Denis Shapovalov (che però a Milano non vedremo) ma sono in tanti a promettere di arrivare in alto. Compresi alcuni nati nel nuovo millennio. (Parte 1 di 3)
25. ALEXANDER BUBLIK
Classe 1997 / Kazakhstan
Per inquadrare il personaggio basta leggere il suo braccio destro, che ospita due versi di Eminem, il re del rap. Il primo recita Always be a leader, not a follower, il secondo Non mi spezzerai. Mi renderai semplicemente più forte di quanto fossi. Concetti che accompagnano la carriera del ragazzone nato a Gatchina (Russia) ma da tre anni passato sotto la bandiera del Kazakhstan perché – a suo dire – non riceveva sufficiente considerazione dalla Federazione russa. Scelta che la dice lunga sul suo desiderio di stare sempre al centro dell’attenzione, a costo di badare più allo spettacolo che alla sostanza. Se esistono tre modi per chiudere un punto, lui sceglierà il quarto, ma al pubblico la fantasia piace molto. È già stato nei primi 100, poi qualche noia fisica l’ha rallentato, ma il potenziale è enorme. Però va trovata la quadra.
24. GIAN MARCO MORONI
Classe 1998 / Italia
Laziale dal bel rovescio a una mano, è l’unico Next Gen italiano competitivo a livello ATP (Challenger), grazie a un 2018 che l’ha visto cambiare marcia. Ha scelto di trasferirsi in Spagna con coach Burrieza e ha raccolto subito i frutti, scalando oltre 500 posizioni in classifica. Un paio d’anni fa non aveva timore nel parlare di titoli Slam e numero uno: l’ambizione non manca.
23. MIOMIR KECMANOVIC
Classe 1999 / Serbia
Prima di arrivare fra i top 100, Laslo Djere sosteneva che essere serbo nell’era di Djokovic non fosse un bene, perché l’attenzione è tutta per lui. Ma per un giovane in ascesa l’assenza di pressioni può essere fondamentale. Kecmanovic, ex numero uno junior, di Belgrado ma cresciuto a Bradenton, non è un gigante ma tecnicamente piace, col dritto killer tanto caro a Bollettieri.
22. ALEJANDRO DAVIDOVICH FOKINA
Classe 1999 / Spagna
In Italia abbiamo imparato che un titolo a Wimbledon juniores non è garanzia di successo fra i professionisti, se non supportato da basi tecniche e mentali molto solide. Due qualità che il 19enne nato a Malaga, da genitori russi, sembra avere. Il suo tennis ha bisogno di più ordine, ma il dritto cammina davvero parecchio. Intorno ci va costruito (o migliorato) tutto il resto.
21. DUCK-HEE LEE
Classe 1998 / Corea del Sud
La eco intorno al suo nome si è un po’ arrestata, perché la top 100 è più lontana rispetto a dodici mesi fa e il ragazzo sta incontrando qualche difficoltà nel completare il passaggio successivo, che lo obbligherà a staccarsi a tempo pieno dal suo continente. Ma, risultati a parte, la stima per ciò che fa non cambia di una virgola: sordomuto dalla nascita, ha una forza di volontà non comune. Non può sentire il suono della palla, ma nemmeno rumori che lo possano distrarre: un risvolto in grado di trasformare l’handicap quasi in un punto di forza. In barba a chi disse alla madre che a causa della sordità non sarebbe mai diventato un tennista di alto livello.Forse gli servirebbe uno staff più avvezzo al tennis di alto livello, ma le difficoltà nel comunicare rendono l’impresa difficile. E complicano ancor di più la sua crescita tecnico-tattica.
20. PEDRO MARTINEZ
Classe 1997 / Spagna
Il fratello di Ferrer in panchina e Carreno Busta come modello sono due mezze garanzie di successo. È con queste basi, e con la stessa ricetta fatta di determinazione e forza di volontà che ha reso grandi tanti suoi connazionali, che il 21enne di Alzira sta rincorrendo i top 100, con grandi chance di riuscirci presto. Per salire al vertice serviranno huevos non banali.
19. ALEXEI POPYRIN
Classe 1999 / Australia
Coach Mouratoglou è alla ricerca del campione del futuro, e fra Tstitsipas, Popyrin e Cori Gauff (tra le donne) può dormire sonni tranquilli. Figlio di russi emigrati in Australia, l’ex campione di Roland Garros junior ha tanti ingredienti necessari per arrivare. Due metri (o quasi), colpi esplosivi, la giusta fame e un contratto con IMG che gli permetterà scelte ambiziose.
18. RUDOLF MOLLEKER
Classe 2000 / Germania
Vincere un Challenger da minorenne è roba da fenomeni. Quest’anno alla lista si è iscritto il 18enne tedesco di genitori ucraini, che promette di arrivare a far compagnia a Sascha Zverev nei piani alti della classifica. Il servizio è da big, il resto lo diventerà, a patto che impari a presentarsi più spesso a rete e che cresca mentalmente. Dettagli, per chi ha qualità come le sue.
17. YIBING WU
Classe 1999 / Cina
Leggenda narra che all’età di quattro anni la madre lo portò a giocare a Badminton, ma la rete era troppo alta per il piccolo, così decisero di optare per il tennis. Una scelta che, se tutto andrà come deve andare, farà la fortuna della racchetta cinese, consegnando al Paese più popolato al mondo il suo primo (e attesissimo) top-100 ATP. Già numero uno al mondo da juniores, con un titolo allo Us Open 2017, il 19enne di Hangzhou sta iniziando ad affacciarsi al tennis dei grandi, con un fisico che va via via formandosi e un coach d’esperienza come Sven Groeneveld, a fianco di Maria Sharapova fino allo scorso marzo. L’olandese è il traghettatore ideale per tenerlo alla larga dagli errori costati cari a numerosi talenti asiatici, che promettevano bene da juniores ma poi sono spariti dai radar nella transizione verso il tennis che conta.
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