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Halep: «senza uno Slam il n.1 era incompleto»

La capacità di affrontare la finale come un match qualsiasi ha aiutato Simona Halep a vincere finalmente uno Slam, il suo preferito. “Ho sempre detto che potendo scegliere avrei voluto vincere qui, e ce l’ho fatta”. È il successo di tutte le persone che l’hanno aiutata negli ultimi 20 anni. “Senza di loro magari non sarei qui. Wimbledon? È presto. Ora una bella vacanza”.
Per capire quanto Simona Halep meritasse finalmente un titolo Slam basta vedere l’abbraccio social del mondo del tennis, infarcito di “well deserved” soprattutto da parte delle colleghe, big comprese. Per la continuità che la numero uno del mondo sta dimostrando in questi anni è sacrosanto che nel suo palmarés ci sia almeno un Major, lacuna finalmente colmata al Roland Garros. “Sogno questo momento da quando ho iniziato a giocare a tennis – ha detto sorridente in conferenza stampa –, e ho sempre detto che se avessi dovuto scegliere quale Slam vincere avrei scelto questo. È il mio preferito, e vincere qui è meraviglioso. Voglio condividere questo successo con la mia famiglia, che mi ha sempre supportato, e con tutte le persone con le quali ho lavorato in questi vent’anni. Li ringrazio, perché non è facile continuare a competere e ad allenarsi ogni giorno ai massimi livelli. Idem per tutti i miei amici e le persone importanti della mia vita. Senza di loro, probabilmente, non sarei riuscita a continuare a lottare a certi livelli dopo aver perso tre finali del Grande Slam”. Invece ce l’ha fatta, e ha vinto nel modo più bello, da set e break sotto, cancellando anche il crollo di dodici mesi fa, quando sparì dal campo col titolo ormai praticamente in mano. “Quando sono andata sotto di un set e di un break mi sono detta ‘ok, non succederà neanche stavolta’, ma ho semplicemente continuato a giocare. Ho iniziato a vincere dei game, e mi sono detta che magari stavolta potevo essere io a vincere da una situazione negativa. Ho continuato a crederci, mi sono un po’ rilassata e ce l’ho fatta. Sul 5-0 praticamente non riuscivo a respirare, e quando ho perso quel game mi sono detta di continuare a giocare punto dopo punto, provando a essere aggressiva senza pensare al punteggio. L’ho fatto bene, dal punto di vista mentale sono stata molto forte a chiudere la partita”.
“ERO NUMERO 1, MA MI MANCAVA QUALCOSA”
Dopo il trionfo di gennaio a Melbourne, Caroline Wozniacki si presentò davanti ai giornalisti doppiamente felice, perché non le avrebbero mai più tirato in ballo la questione dell’assenza di un titolo Slam nella sua bacheca. Una questione, quella del numero uno senza Slam, che nella carriera della danese è diventata un grosso peso, mentre in quella di Simona il numero uno – dice lei – ha avuto un ruolo diverso, motivandola ancora di più. “È stato qualcosa di veramente positivo, mi ha dato tanta fiducia e anche una bella soddisfazione, perché finalmente ho toccato con mano qualcosa di molto importante. Mi sono tolta un obiettivo dalla mente, e così mi sono potuta concentrare solo per vincere il mio primo Slam. A livello di soddisfazioni direi che uno Slam e il numero uno WTA pesano allo stesso modo. Ho sempre detto che essere in testa alla classifica senza aver vinto uno Slam era qualcosa di incompleto, mentre ora che ho entrambi sono davvero molto felice”. Una delle chiavi del suo successo è stato l’avvicinamento al match: dodici mesi fa non era praticamente riuscita a dormire, mentre quest’anno l’ha affrontato come un incontro qualsiasi. “Ho dormito molto bene – ha continuato – e tutto è andato sin da subito per il verso giusto, in linea con i giorni precedenti. Ho cercato di rimanere tranquilla e non pensare troppo al trofeo, sapevo che avrei avuto la possibilità di farcela. Ero preparata per un match di tre ore, con tanti scambi e punti molto lunghi. Credo che la cosa più importante sia stata la mia capacità di rimanere concentrata, di crederci sempre e non mollare mai”. Chiuso uno Slam è già ora di pensare a un altro, o forse no. “Non chiedetemi dell’erba, perché è ancora lontana. Ora mi prenderò una bella vacanza. Con uno Slam in tasca se lo può permettere.
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