Quando licenziarono Arnaud Clement, i dirigenti della federazione francese erano convinti di aver spianato la strada a un salto di qualità, anche a costo di rimetterci qualche soldo (c'è stata una causa legale, poi risolta da un accordo extra-giudiziale, in cui la FFT se l'è cavata con un indennizzo di circa 500.000 euro, un terzo di quanto chiesto da Clement). Per ridare entusiasmo al team di Coppa Davis hanno richiamato Yannick Noah, la figura più carismatica degli ultimi 40 anni, nonché ultimo francese a vincere un torneo del Grande Slam. Il cambio di panchina ha fruttato una semifinale lo scorso anno (persa in Croazia), mentre nel 2017 la Francia è ancora in gara e sfiderà in casa, a Rouen, la Gran Bretagna priva di Andy Murray. Tuttavia, i galletti si presenteranno con un team molto rimaneggiato. Il forfait dell'ultim'ora di Gilles Simon va ad aggiungersi a una lista lunga, quasi infinita. Oltre a lui, mancheranno Jo Wilfried Tsonga, Gael Monfils, Richard Gasquet e Pierre Hugues Herbert. A rappresentare i "Bleus" saranno Lucas Pouille, Jeremy Chardy (inizialmente chiamato come quinto uomo), Nicolas Mahut e Julien Benneteau. Buona squadra, ma per nulla certa di battere la Gran Bretagna, forte di un gran doppio e del rampante Kyle Edmund, decisamente a suo agio sulla terra battuta. Visto che la Francia è un paese simile al nostro, dove la Coppa Davis è molto importante, è normale che siano scoppiate tante polemiche. Nessuno discute sull'assenza di Gasquet, fermo ai box dopo essersi operato di appendicite, così come quella di Monfils, reduce addirittura da un doppio infortunio a ginocchio e piede. Il parigino ha ripreso ad allenarsi venerdì scorso, si era detto motivato, ma Noah ha preferito non rischiare. Come se non bastasse, un problema al tendine del ginocchio ha messo KO Pierre Hugues Herbert, che sarebbe stato molto importante in doppio. “E' meno facile del previsto – aveva detto Noah la scorsa settimana – su sette giocatori convocabili, ne ho quatto fuori uso”.