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Marco Caldara
17 November 2017

Federer rimpiangerà soli 140 punti?

Dovesse vincere le ATP Finals di Londra, Roger Federer si porterebbe a soli 140 punti dal numero uno ATP, occupato l’ultima volta cinque anni fa. Vuol dire che con pochissimi successi in più oggi sarebbe già al comando. “Il n.1 – dice – è il traguardo più ambito per un tennista, ma alla mia età non può essere un obiettivo".
L’applausometro dell’O2 Arena di Londra ha detto che Roger Federer resta di gran lunga il numero uno nel cuore degli appassionati di tutto il mondo, come confermano le bandiere dei suoi tifosi svizzeri, che recitano “forever our number one”. Tuttavia, il ranking ATP premia Rafael Nadal, che vincendo un paio di incontri al Masters 1000 di Parigi Bercy si è garantito la vetta a fine anno, e anche la possibilità di dare forfait in entrambi gli ultimi due tornei della stagione. Indipendentemente da come andranno a fine le sue ATP Finals, Federer non avrà la possibilità di scalzare l’eterno rivale dalla poltrona più ambita, ma potrebbe arrivargli veramente a un soffio. Grazie alle tre vittorie nel Gruppo Becker il campione di Basilea ha già raccolto 600 punti, che diventerebbero 1.000 in caso di passaggio in finale e 1.500 qualora dovesse conquistare la corona di maestro per la settima volta. Uno scenario che lunedì gli permetterebbe di arrivare a 10.505 punti, appena 140 in meno dei 10.645 di Nadal. Una distanza davvero minima se si considera la quantità di punti offerti da ogni torneo del circuito maggiore. Per assurdo, a Roger potrebbe bastare una finale in un ATP 250 a inizio anno (ma prima di Melbourne giocherà solamente la Hopman Cup, evento ITF senza punti in palio) per completare il sorpasso, e ritoccare il record di 302 settimane in vetta alla classifica. “Se arrivassi a soli 140 punti da “Rafa” – ha detto giovedì Federer in conferenza stampa – sarebbe molto interessante: per un tennista è l’obiettivo più importante, e per me lo è sempre stato. Ma a gennaio avrò 2.000 punti da difendere all’Australian Open, e Nadal no. Anche lui ne ha molti, ma non come me. Quindi il problema rimane, ed è per questo che in un certo senso non vedo il numero uno della classifica come un obiettivo realistico. La classifica dice che Nadal è stato migliore di me, e merita di essere in testa alla classifica. Sono molto felice per lui, dopo il suo 2016 difficile”.
HA AZZECCATO TUTTE LE MOSSE
“Alla mia età – ha aggiunto Federer – non posso più mettere il numero uno nel mirino. Non so quanto il mio corpo possa sostenermi verso un obiettivo simile. Credo che se lo facessi inizierei a commettere degli errori”. Lo svizzero sottintende chiaramente un discorso di programmazione, una delle sue grandi forze nel 2017. Ha giocato soltanto quando si sentiva bene, scegliendo i tornei con grande attenzione ed evitando rischi inutili (e la terra battuta). Scelte che gli hanno permesso di arrivare alla gran parte dei tornei più fresco di tutti gli altri, quindi raccogliere solamente 4 sconfitte in 56 incontri, e lasciare sostanzialmente pieno il serbatoio di fiducia riempito a Melbourne. Ma non è tutto: secondo Roger fra le chiavi del ritrovato successo c’è anche il suo approccio più soft al tennis, senza porsi obiettivi specifici. “Se non giocassi nel modo in cui devo farlo in questo momento – ha aggiunto – magari in campo sarei più nervoso, più teso, e questo non sarebbe positivo per la mia schiena. Chi può dirlo”. Federer dice di non aver alcun rimpianto per la sua stagione, ed effettivamente sarebbe strano il contrario. Tuttavia, senza le due particolarissime sconfitte contro Evgeny Donskoy e Tommy Haas (entrambe con match-point a favore) oggi sarebbe ancora più vicino a Nadal, o magari alle Finals si starebbe giocando la possibilità di superarlo. “Se ho perso in quei due incontri la chance di tornare al numero uno sono stato anche un po’ sfortunato, però mi è capitato anche di vincere una partita annullando un match-point (a Miami contro Berdych, ndr), e altre che sarebbero potute andare diversamente. Ma in generale non ci penso, sono comunque molto felice della mia stagione, di aver recuperato questo livello e di essere riuscito a giocare come volevo fino alla fine dell’anno. La mia è stata una grande stagione, e manca ancora un torneo”. L’ultimo. Per chiudere in bellezza. Da Maestro.
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