Riccardo Bisti
14 November 2018

Cori Gauff, quando il passato non insegna nulla

La giovane promessa Cori Gauff ha firmato il suo primo contratto: vestirà New Balance. Nonostante le restrizioni per le giovani atlete, l'americana è già un personaggio, con tutti i rischi che comporta. Possibile che i casi del passato non abbiano insegnato nulla?

Il passato non ha insegnato nulla. Ancora una volta, il buon senso è stato calpestato dalla legge del business, in barba a quella che dovrebbe essere la priorità: la tutela di una ragazzina. Cori Gauff ha appena 14 anni ma è già stata definita “la prima stella della sua generazione”. In virtù di questo, New Balance l'ha strappata e Nike e le ha fatto firmare un contratto pluriennale che l'accompagnerà verso il professionismo. “Voglio essere un modello per il maggior numero possibile di giovani atleti – ha detto, o meglio, le hanno fatto dire in un comunicato – ancora oggi osservo i miei modelli in TV e questo mi motiva a sperare di raggiungere gli scenari più importanti”. Nonostante la giovanissima età (è nata il 13 marzo 2004, quando Serena Williams aveva già vinto sei Slam) è già seguita da un agente che si occupa di lei a tempo pieno. Alessandro Barel di Sant'Albano lavora per conto di Team 8, l'agenzia creata da Roger Federer e il suo manager Tony Godsick.

POPOLARITÀ SPROPOSITATA
Barel di Sant'Albano ha confermato che quello con New Balance è stato il primo contratto mai firmato alla Gauff. In passato aveva ricevuto diverse proposte, declinandole per consentire alla Gauff di concentrarsi esclusivamente sul tennis. New Balance si sta lanciando nel mondo del tennis, ma non ha nomi di primissimo piano: avrebbe dovuto esserlo Milos Raonic, ma si è un po' arenato. Tra le donne, vestono il marchio americano Sorana Cirstea, Danielle Collins ed Heather Watson. Nomi che non fanno la differenza: per questo, “Coco” diventa l'investimento principale. La Gauff si è fatta notare per la prima volta lo scorso anno, quando ha raggiunto la finale allo Us Open junior ad appena 13 anni e mezzo (più giovane di sempre), poi quest'anno ha vinto il Roland Garros ed è diventata la più giovane numero 1 junior della storia. In verità, non ha più fatto sfracelli: si è arresa nei quarti a Wimbledon, nei quarti allo Us Open e non ha saputo trascinare gli Stati Uniti al successo in Fed Cup Junior. Però è già un personaggio, al punto che Tennis.com ha sentito la necessità di informare i suoi lettori che Serena Williams è andata a trovarla durante una sessione di allenamento. Fa più audience questo che raccontare le sue difficoltà nella trasferta in Italia: qualche settimana fa è sbarcata al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula per giocare un torneo ITF da 15.000 dollari. Si è arresa al secondo turno delle qualificazioni contro la brasiliana Carolina Meligeni Rodrigues Alves, numero 355 WTA e nipote del semifinalista al Roland Garros 1999. Quello in Italia è stato il quarto torneo professionistico della sua carriera, il primo fuori dal suolo americano: normale che sia ancora numero 863 WTA (mentre tra le ragazze è scesa in quinta posizione). Le regole WTA, tuttavia, le imporranno di aspettare fino al 13 marzo 2022 per poter giocare tutti i tornei che vorrà. La “Age Eligibility Rule” impone un limitato numero di tornei per le minorenni, con l'obiettivo di evitare che si “brucino” prima del tempo. La regola non piace a tutti: tra i più critici c'è Patrick Mouratoglou, che ha messo la Gauff soto la sua ala protettiva dopo averla vista quando aveva appena 11 anni, e la sostiene con la sua fondazione “Champ Seed” (di cui fa parte anche il nostro Lorenzo Musetti).

LA MEDIAZIONE DELLA MAMMA
Secondo “Mou”, la regola è ingiusta perché toglie alle giocatrici la possibilità di fare quello che sarebbero in grado di ottenere in un determinato momento della loro vita e della loro carriera. “È una regola contro le diversità, ma io penso che il tennis sia interessante perché diverso”. La regola è frutto di alcuni episodi vissuti negli anni 90. Il più eclatante ha riguardato Jennifer Capriati, baby fenomeno già famosa e milionaria a 13 anni. Top-10 l'anno dopo e campionessa olimpica a 16, quando aveva 18 anni ha visto deragliare la sua carriera per ragioni extratennistiche (il noto arresto per furto di bigiotteria e possesso di marijuana). Oggi le norme sono piuttosto restrittive: le ragazzine sotto i 14 anni non possono partecipare a tornei professionistici, mentre allo scoccare dei 14 possono giocarne fino a otto (più diciotto eventi giovanili). Il numero cresce gradualmente fino al compimento dei 18 anni. Avendo giocato quattro tornei, da qui a marzo potrà giocarne altrettanti. Nel frattempo – a parte i periodi di allenamento da Mouratoglou – continua ad allenarsi da solaa Delray Beach, sui campi di Pompey Park. Con lei, poche e fidatissime persone: papà Corey (che è anche il suo coach), mamma Candi e lo sparring partner Gaston Murray. I Gauff non amano le accademie, ritengono che ci sia troppa avidità. Da parte sua, Cori non nasconde le sue ambizioni e dice candidamente di voler diventare la più forte tennista di sempre. Frasi pericolosissime se a pronunciarle è una ragazzina, e tenendo conto dei precedenti. E allora l'aneddotica non è neanche così divertente. “Quando aveva 3-4 anni correva con i suoi cugini più grandi e non si dava pace, fino alle lacrime, se non riusciva a raggiungerli”. Ha raccontato la madre, che ancora oggi deve mediare nei litigi tra padre e figlia. Una volta i livelli di tensione erano ai massimi livelli ed è scesa in campo, inventandosi un'efficace metafora. “Fermi tutti, questa è la Svizzera. Se avete un problema, venite qui a discuterne”. Aneddoti che stanno avendo un po' troppa risonanza e che potrebbero rappresentare un'arma a doppio taglio.

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