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Riccardo Bisti
23 August 2018

14 anni: professioniste o ancora bambine?

La precocità di Cori Gauff riaccende il dibattito sulla norma WTA, inaugurata nel 1995, che limita l'accesso ai tornei professionistici per le ragazze sotto i 18 anni. Il padre e Mouratoglou pensano che sia un'ingiustizia, il sindacato replica dicendo che è un modo per tutelare le carriere. In effetti, oggi durano di più e ci sono meno ritiri precoci.

A 14 anni, senti di avere il mondo ai tuoi piedi. È il caso di Cori Gauff, recente vincitrice al Roland Garros junior. Lo scorso anno, quando era ancora tredicenne, era giunta in finale alla prova giovanile dello Us Open. Detto che la carta d'identità le consentirebbe di giocare i tornei junior fino al 2022, è diventata la più giovane numero 1 ITF di tutti i tempi, battendo fenomeni di precocità come Jennifer Capriati e Martina Hingis. Quest'anno ha giocato soltanto un paio di tornei “pro” e ha ottenuto una wild card per le qualificazioni dello Us Open, in cui si è arresa a Heather Watson. Tuttavia, dovrà aspettare ancora quattro anni per esprimere appieno il suo potenziale. Nel 1995, infatti, la WTA ha lanciato la “Age Eligibility Rule”, una norma che pone una serie di limiti per le ragazze sotto i 18 anni. La regola non piace a Patrick Mouratoglou, coach della Gauff, accolta nella sua accademia quando aveva appena 11 anni. “Si tratta di una regola ingiusta per tutte quelle giocatrici che sono già in grado di ottenere qualcosa in un certo momento della loro vita e della loro carriera” dice Mouratoglou. Per capirci qualcosa di più, CNN ha chiesto un parere ad Ashley Keber, vicepresidente WTA. “Il principio della regola è la consapevolezza che le minorenni sono delle bambine che competono in un luogo di lavoro per adulti. Inoltre il circuito femminile è un ambiente ad alte prestazioni e ad alto rischio, dunque c'è la necessità di essere sempre al massimo”. Per quanto alcune 14enni sembrino già mature sul piano fisico, il loro sviluppo non è ancora lineare. Capita che la crescita fisica sia avanti rispetto a quella emotiva e cognitiva, oppure viceversa. “Tutto può accadere a scatti, ma non alla stessa velocità. Per questo, è importante tenerne conto”. La regola è stata creata come reazione a una serie di casi, uno in particolare: Jennifer Capriati. Professionista a 13 anni, è diventata top-10 l'anno dopo e campionessa olimpica ad appena 16 anni. Già milionaria, non ha saputo gestire la sua improvvisa notorietà e la sua carriera si è bloccata per qualche anno, anche a seguito di qualche guaio giudiziario (ben noti gli arresti per possesso di marijuana e per furto di bigiotteria).

CARRIERE PIÙ LUNGHE
Con le norme attuali, un secondo caso Capriati sarebbe impossibile. Sotto i 14 anni di età, vige il divieto assoluto di giocare qualsiasi evento senior (WTA o ITF). Le ragazze di 14 anni possono giocare un massimo di 8 tornei, a cui ne possono aggiungere 18 giovanili. I limiti si ammorbidiscono gradualmente, anno dopo anno, fino a scomparire nel giorno del 18esimo compleanno. Con tali regole, la Gauff potrebbe giocare altri sei tornei prima del compimento dei 15 anni. “Ed è incredibile, perché lei è una grande combattente e un'atleta eccezionale – insiste Mouratoglou – tira ogni colpo e si prende i suoi rischi”. La limitazione potrebbe costarle una serie di guadagni, sia diretti (vincendo partite e scalando in classifica) che indiretti (apparizioni legate agli sponsor). La Gauff è una delle pochissime atlete junior ad avere un agente. La segue Alessandro Barel Di Sant'Albano, che lavora per l'agenzia Team8, formata in società da Roger Federer e dal suo storico manager Tony Godsick. Durante Wimbledon, Barel Di Sant'Albano ha ricevuto una serie di proposte di sponsorizzazione, ma le ha respinte: in questo momento, la priorità di Cori deve restare il tennis (anche se di recente è passata da Nike a New Balance come marchio di abbigliamento). Magari perderà qualcosa sul breve termine, ma la tutela della sua crescita potrebbe essere un beneficio per il futuro. La sua carriera potrebbe durare di più rispetto a diverse atlete che hanno iniziato a giocare prima dell'istituzione della regola. Non si tratta di una frase buttata lì, ma è supportata dalle statistiche: dal 1995 a oggi, le carriere nel circuito WTA sono aumentate – in media – di circa 2 anni, mentre i ritiri delle ragazze sotto i 22 anni sono diventati un fatto occasionale, passando dal 7 al 2% del totale.

MONITORAGGIO COSTANTE
Se i numeri sembrano dare ragione alle scelte della WTA, è altrettanto vero che i fenomeni di precocità si sono pressoché azzerati. Le ultime teenager a vincere uno Slam sono state Maria Sharapova e Svetlana Kuznetsova nel 2004. Questo dato non convince Mouratoglou, convinto che si debba cambiare qualcosa. “I limiti non hanno senso, perché il tennis è uno slancio. E se blocchi lo slancio delle giocatrici, magari Martina Hingis non sarebbe stata numero 1”. In effetti, la svizzera ha vinto tutti i suoi Slam tra i 16 e i 18 anni, salvo poi avere una tribolata seconda parte di carriera, tra ritiri precoci, rientri e squalifiche. La Keber sostiene che la regola viene rivista ogni anno da un team di esperti per restare al passo con i tempi e verificare i vari fenomeni adolescenziali. Per esempio, le ragazze tra i 15 e i 17 anni, in certi casi, possono giocare quattro tornei in più se ottengono risultati davvero importanti. “Se una ragazza è davvero forte e talentuosa, come sembra essere Cori, mi aspetto che a 16 anni possa giocare 16 tornei più la Fed Cup, le Olimpiadi e le esibizioni – dice la Keber – e questa sarebbe assolutamente un'attività professionistica standard. E a 17 anni, con 20 tornei, potrebbe svolgere un programma completo”. Lo scorso anno, Corey Gauff (padre di Cori, ex giocatore di basket a livello accademico), aveva criticato la regola. A suo dire, era stata istituita per mettere una pezza a qualcosa che non andava bene. “Ma non è certo la situazione di mia figlia, vorrei soltanto che avesse la possibilità di giocare con le migliori”. Tuttavia, non possono essere create regole ad personam. Per questo, la Keber ricorda che diverse ragazzine di 13-14 anni raggiungevano spesso l'esaurimento nervoso. “Sappiamo bene che le 14enni sono molto vulnerabili: per questo, le norme più rigide riguarderanno sempre questa fascia d'età. La salute e il benessere delle giocatrici è la nostra priorità. Vogliamo che restino nel gioco il più a lungo possibile”. Il 6-4 6-1 con cui la Gauff ha esordito allo Us Open, con una sconfitta, fa pensare che una crescita graduale possa essere, davvero, il modo migliore per crescere.

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