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Marco Caldara
06 October 2017

Davis: tanto tuonò che… non piovve (per ora)

Nel 2018 la formula del World Group di Coppa Davis rimarrà invariata. Le federazioni avevano bocciato le proposte dell’ITF, ma poi avevano concesso al board la possibilità di introdurre modifiche sperimentali. Ha prevalso il buon senso, ma il rischio è solo rimandato. 2 set su 3 introdotti nei gruppi inferiori. Arriva il 5° uomo in squadra.
Almeno nel tennis, ogni tanto, vince ancora il buon senso. E almeno nel 2018 la tanto amata (da alcuni) e tanto bistrattata (da altri) Coppa Davis rimarrà sostanzialmente invariata. Niente finali in sede neutra insieme alla Fed Cup, con il PalaExpo di Ginevra – già scelto da mesi – che ha visto il progetto triennale slittare almeno al 2019-2021 e soprattutto niente modifiche al format degli incontri del World Group. L’intenzione dell’International Tennis Federation di David Haggerty è ormai nota da tempo: vogliono snellire la formula per rendere la competizione più appetibile per i grandi giocatori, e di conseguenza anche per sponsor e tv, e il punto cardine del progetto è quello di ridurre i match al meglio dei 3 set, a costo di eliminare una tradizione che ha regalato tonnellate di emozioni. Va ricordato che la proposta di ridurre la durata degli incontri era già stata bocciata nell'Assemblea Generale ITF, tenuta ad agosto a Ho Chi Minh City (Vietnam), quando solo il 63,54% degli oltre 200 delegati delle varie Federazioni nazionali aveva votato a favore, non permettendo alla proposta di raggiungere i due terzi necessari per entrare in vigore. Tuttavia, attraverso una seconda votazione tenuta nello stesso meeting, i medesimi delegati hanno dato al board ITF la possibilità di introdurre i cambiamenti che ritengono necessari per il bene di Coppa Davis e Fed Cup, senza più dover ricevere la maggioranza nell’assemblea annuale. Un autogol clamoroso che di fatto ha cancellato il peso della votazione precedente, ha tolto potere alle Federazioni nazionali e permetterà all’ITF di agire con molta più libertà. Tradotto: potevano addirittura infischiarsene della mancata maggioranza e introdurre tutte le modifiche pensate, invece, per fortuna, hanno preferito agire nel rispetto della votazione iniziale, attuando al World Group solo dei cambiamenti molto meno invasivi.
2 SET SU 3 ANCHE IN GRUPPO 1 GRUPPO 2
Tuttavia, c’è poco da star sereni. Visto che delle modifiche così importanti dopo il “no” delle Federazioni avrebbero sollevato un polverone, l’ITF ha preferito aspettare, per provare a costruire ancora un po’ di consenso e riproporre i cambiamenti nell’assemblea dell’agosto prossimo. Volendo possono fare di testa loro, ma in Vietnam sono andati talmente vicini alla maggioranza che per raggiungerla il prossimo anno basterebbe convincere pochissimi delegati a cambiare opinione. Proprio in questo verso, evidentemente sicuri che possa solo giocare a loro favore, hanno deciso di modificare in via sperimentale il format di Gruppo 1 e Gruppo 2, che a differenza del World Group diranno addio ai cinque set già dal primo turno di febbraio. Le sfide si giocheranno su due giorni (venerdì e sabato per il G1, sabato e domenica per il G2), con due singolari nella prima giornata e il doppio ad aprire la seconda, seguito da terzo e quarto singolare. “Le nazioni – ha detto il presidente Haggerty nella nota stampa diffusa dall’ITF – ci hanno dato la possibilità di testare dei cambiamenti, e noi ci siamo mossi rapidamente per far sì che succedesse già per il 2018. Stiamo lavorando per studiare una formula che vada sempre più incontro ai giocatori, perché la nostra priorità rimane quella di attirare i top-player. Abbiamo ritenuto appropriato provare il format di due giorni: se funzionasse, potremmo considerare di applicarlo successivamente anche nel World Group”.

PROBLEMI SOLO RIMANDATI
Per quanto riguarda il Gruppo Mondiale, invece, sono entrati in vigore soltanto alcuni cambiamenti di secondo piano. Oltre a quelli approvati già nel meeting di agosto, come la possibilità data alle squadre finaliste di giocare in casa il primo turno dell’anno successivo (ha scelto di sfruttarla il Belgio, che a febbraio sarebbe dovuto andare in Ungheria invece ospiterà i magiari) e la riduzione degli impegni per i giocatori a una sola giornata che prevede sorteggio, conferenze stampa e pranzo ufficiale, le uniche modifiche sono l’introduzione del quinto uomo in squadra, e un cambio alla policy dei “dead rubber”, i match a punteggio acquisito. La prima scelta è intelligente: fino ad ora, i team con un doppio di specialisti potevano affidarsi solamente a due singolaristi, mentre così i capitani avranno la possibilità di inserire in squadra almeno un singolarista di riserva. La seconda, invece, cancellerà il quinto match qualora il quarto sia decisivo, a meno che il precedente non si concluda a causa di un infortunio (in quel caso il referee dell’evento ha facoltà di far disputare il quinto incontro). Roba di poco conto, che non avrà la minima rilevanza sul valore e sulla storia della competizione. Che comunque, ahinoi, restano in grandissimo pericolo. Il problema è solo rimandato.
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