Basta tribune vuote!

La crisi del tennis femminile ha portato a frequenti scene di desolazione sugli spalti durante i match. I personaggi però iniziano a intravedersi, tenniste che, nel giro di pochi anni, potrebbero riportare interesse tra gli appassionati, come ci segnala Fabio Della Vida

Amanda Anisimova - foto Ray Giubilo

Lavorare principalmente nel tennis junior mi dà la possibilità di vedere nel futuro, e finalmente da un anno e mezzo circa comincio a vedere alcune ragazze che giocano bene e che hanno la possibilità di rilanciare un settore obiettivamente in crisi, di personaggi e di campioni.

Prima ai vertici vi erano campionesse epiche, grandi rivalità, vedi Evert-Navratilova o Graf-Seles, le sorelle Williams, poi Hingis-Kournikova o Arantxa Sanchez-Capriati e molte, molte altre.

Oggi abbiamo buone giocatrici ai vertici, non campionesse vere, forse un po’ la Swiatek, e l’aleatorietà dei risultati ne è la migliore testimonianza.

Le tribune vuote delle Finals di Cancun, con i pochi spettatori spesso addormentati, non erano un bel vedere.

Il ritorno di Anisimova e Raducanu

Emma Raducanu - foto Ray Giubilo

Però gli ultimi Australian Open mi fanno sperare, perché sono rientrate giocatrici che potevano e possono ancora dire la loro e risollevare il tennis femminile che ha urgente bisogno di rinforzi al vertice.

Amanda Anisimova è la prima: potenziale da fenomeno e tanti infortuni, ma soprattutto la tragedia della morte del padre. Le auguro ogni bene.

Emma Raducanu è un altro potenziale doc, entrata in crisi dopo aver vinto gli Us Open dalle qualificazioni e bruciata dalla fama improvvisa e probabilmente mal gestita da famiglia, manager ed entourage. Ha tutto per essere una prima donna del tennis - Shelby Rogers, che ha battuto, non è male. Poi Sloane Stephens, anche lei martoriata da infortuni, ma tra le giovani c’è fermento.

Iva Jovic: da seguire

Io sono conquistato da una americana di origine balcanica, padre serbo e madre croata. Si chiama Iva Jovic, già gioca benissimo e ha tanti, ma tanti margini di progresso. Sua mamma ha vinto la lotteria per la Green Card americana e la famiglia, che comprende una sorella maggiore che gioca a livello di college, vive a Los Angeles. E’ allenata a Orlando, in Florida, da Thierry Champion e Kathy Rinaldi, due ex ottimi giocatori. Seguitela.

Atre ragazze da tenere d’occhio sono Hannah Klugman, inglese, carinissima, una presenza in campo straordinaria per personalità e carisma; l’australiana Emerson Jones, forse l’erede di Ashleigh Barty, piccolina ma talentuosa; la mezza italiana Tyra Grant, scuola Piatti e compagna di allenamento della Jovic; la croata Marcinko, carattere difficile ma tanto potenziale; non può mancare una ceca ed infatti ecco Laura Samsonova, veramente promettente. Infine voglio citare una serba, Luna Vujovic - ne sentiremo parlare -, un’altra britannica, Hollie Smart, molto giovane, la giapponese Sakino Miyazawa (le giapponesi ne hanno tante), neanche 12 anni e un talento immenso, la russa Alina Korneeva e un’austriaca, che vince poco ma ha tanto potenziale, Lilli Tagger.

La Wta rinunci ai campi principali… per il momento

Ne dimentico tante altre davvero, e spero che in breve tempo non vedremo più la desolazione di Cancun, una vera brutta pubblicità per il tennis femminile.

Personalmente unirei il Master di fine stagione delle donne a quello maschile e toglierei i doppi, ma non accadrà mai.

Alla Wta poi voglio dare un consiglio, da appassionato del tennis femminile: non rompano le scatole ai direttori dei tornei Masters 1000 per avere gli stessi campi principali per le donne: meglio spostare qualche loro match in campi più piccoli ma con pubblico e atmosfera piuttosto che vedere desolatamente svuotarsi un centrale quando entrano le donne dopo un singolare maschile.

Questo senza polemica alcuna: il Patriarcato non c’entra, da sempre è così, inutile negarlo.

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