Riccardo Bisti
06 August 2018

Auger Aliassime, “ragioniere” a 18 anni

Il baby canadese viene da quattro mesi di fila sulla terra battuta. Anziché scegliere soluzioni più comode, ha optato per un progetto a lungo termine, fatto di esperienze lontano da casa. Non ha giocato Wimbledon e nemmeno i Challenger sotto casa. I canadesi lo attendono alla Rogers Cup: gli hanno assegnato una doppia wild card.

Uscire dalla zona di comfort è una qualità nella vita di tutti i giorni, figurarsi nel tennis. Tra un paio di giorni, Felix Auger Aliassime diventerà maggiorenne e festeggerà i 18 anni alla Roger Cup di Toronto, dove gli è stata concessa una wild card. Nonostante sia ancora giovanissimo, ha capito che per diventare un ottimo tennista deve imparare ad essere competitivo dappertutto. Si può interpretare così la scelta di trascorrere moltissimo tempo in Europa, a giocare i tornei sulla terra battuta. Da inizio aprile fino a luglio inoltre, ha giocato soltanto sulla terra battuta. Dal Challenger di Alicante fino alle qualificazioni del Roland Garros, otto tornei. È tornato a casa per ricaricare le batterie, poi è ripartito per giocare altri sei tornei. In tutto, 15 tappe sulla terra battuta. “A inizio anno non era questo il programma – ha detto al Toronto Star – avevo in mente una programmazione normale, compresa l'erba. Forse un paio di tornei su terra prima di iniziare col cemento americano”. Le sue idee sono cambiate con la deludente sconfitta al Roland Garros, nelle qualificazioni, contro Jaume Munar. Il giovane maiorchino ha dimostrato di essere un ottimo giocatore, in fondo non era una sconfitta troppo grave. Ma Felix l'ha presa male e ha scelto di cambiare programmazione. E così, niente erba. Niente Wimbledon. “In quel momento avevo una classifica che mi avrebbe permesso di giocare soltanto le qualificazioni nei Challenger erbivori, ma sentivo il bisogno di migliorare alcune cose e giocare più partite. Così, abbiamo scelto di restare sulla terra battuta”. La vittoria a Lione e la finale a Blois hanno certificato che aveva ragione. A quel punto, non aveva senso giocare le qualificazioni di Wimbledon senza un'adeguata preparazione. Così ha continuato sulla terra battuta, anche se all'ASPRIA Tennis Cup di Milano è arrivato un po' stanco e ha raccolto pochi game al primo turno.

NIENTE SCELTE COMODE
Incidente di percorso, visto che poi ha raggiunto la semifinale a Marburg e passato un turno ai tornei ATP di Umago e Gstaad prima di tornare, finalmente, in Canada. È molto atteso al Masters 1000 di Toronto, tanto da aver ricevuto una wild card anche per il torneo di doppio insieme all'altra baby-stella Denis Shapovalov. Si presenta in Ontario con un buon bagaglio di partite, e pazienza se non ha giocato a Wimbledon (due anni fa, aveva raggiunto i quarti nella prova junior). “Ho solo 17 anni e abbiamo pensato di giocare più partite sulla terra, sviluppare la tattica, crescere fisicamente, e credo che abbia pagato”. L'investimento gli ha garantito la sua miglior classifica di sempre (n.134 ATP), anche se gli è costata la possibilità di giocare i tornei Challenger canadesi di luglio, non troppo distanti dalla sua abitazione di Montreal. A Gatineau e Granby avrebbe potuto giocare davanti a parenti e amici, ma sarebbe stato un rifugiarsi nella zona di comfort. Invece ha scelto una strategia che gli ha permesso di giocare tornei più grandi. “A inizio anno, il mio obiettivo era vincere più partite possibili nei Challenger e salire in classifica, oltre a vincere i primi match nel circuito ATP, magari arrivando in fondo a un ATP 250 o un 500 – dice Auger Aliassime – dando un'occhiata alla programmazione, ci siamo resi conto che i tornei sulla terra dopo Wimbledon offrivano tante opportunità. Non c'erano grandi tabelloni. Avrei giocato le qualificazioni, poi sono arrivate le wild card a Umago e Gstaad”. E così le difficoltà incontrate a cavallo tra il 2017 e il 2018 (con la sola eccezione del buon torneo a Indian Wells) sono definitivamente alle spalle. Semplicemente, il ragazzo sta maturando. “L'anno scorso sono andato in Asia per un mese e ho sofferto molto. Nelle ultime settimane non ce la facevo più, mentre stavolta è andato tutto velocemente. E i miei genitori mi hanno potuto raggiungere spesso”. A parte l'esordio in doppio, il sorteggio della Rogers Cup gli ha messo contro Lucas Pouille: match difficile, ovviamente, ma un test ideale per valutare la crescita. In caso di vittoria, festeggerebbe la maggiore età giocando un Masters 1000. Non sarebbe male.

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