"SI COMINCIA TROPPO TARDI"
Cherret si è soffermato sul fatto che i giovani francesi iniziano a giocare troppo tardi. “La mancanza di ricambi dopo i Moschettieri Tsonga, Monfils, Gasquet e Simon è una realtà. Da qui deve nascere una sfida, dobbiamo porci delle domande sul nostro sistema di formazione, cosa è stato e di cosa ha bisogno per avere successo oggi. In passato abbiamo avuto quattro top-15 e due top-10 e abbiamo pensato che fosse tutto normale. Potremmo aver pensato che funzionasse e forse ci siamo addormentati, convinti che avremmo continuato a nutrirci di campioni. Ma non è andata così, e all'estero le cose si muovono”. Secondo Cherret, troppi club francesi accolgono i bambini soltanto quando hanno compiuto 6 anni. A suo dire, oggi, si cominciano a tirare i primi colpi all'età di 3 anni. “Se li prendiamo a 6, iniziano ad allenarsi a 8 – dice Cherret – americani, asiatici, cechi, ucraini, italiani... iniziano molto prima. Abbiamo accumulato due anni di ritardo”. Per la prima volta, un tecnico francese riconosce che in Italia c'è qualcosa che si fa meglio. Inoltre, prosegue Cherret, il sistema francese non è adatto a preparare i ragazzini a entrare nel circuito internazionale, che inizia all'età di 12 anni. “In Francia la precocità non è vista di buon occhio, ma oggi è necessaria per arrivare ad alto livello nel nostro sport”. Secondo Cherret, che aveva lanciato nel professionismo Tatiana Golovin prima di entrare nei quadri tecnici della FFT, la Francia deve mettere in discussione il suo sistema di allenamento. E c'è andato giù pesante, ponendosi una serie di domande retoriche.
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