di Gabriele RivaDi strisce interrotte ne sa qualcosa, il buon Willy
di Gabriele Riva

Di strisce interrotte ne sa qualcosa, il buon Willy. Non più tardi di un mesetto fa, sotto il sole della California, aveva messo fine a quella di Roger Federer. Domani, Guillermo Canas, proverà a fermare anche quella di Rafa Nadal, che sulla terra non perde da un’eternità. 71 partite vinte, una via l’altra. 11 tornei di seguito, non sembra nemmeno possibile a dirsi. Dopo il successo di Monte Carlo di settimana scorsa, in cui Nadalito non ha perso nemmeno un set, ha continuato la tendenza a Barcellona. Anche qui prova a infilare il terzo successo in altrettanti anni.

Ultima vittima sacrificale il connazionale David Ferrer che pure sarebbe anche il quinto giocatore dell’anno come match vinti nel circuito Atp (23). E infatti il buon David per un set ha tenuto molto bene, anche da fondo, anche contro la sbracciata mancina di diritto di Nadal. Ma Golia-Rafa è un gigante troppo grosso per essere piegato e sconfitto. Dopo il 7-5 iniziale, un 6-1 che suona di punizione. L’insegnamento di cui far tesoro è semplice, con Rafa, fin che reggi, stai in partita. Vai sotto, ma stai in partita. E infatti da quel 30 pari sul 5-4 Ferrer, Rafa ha vinto dieci degli ultimi undici giochi. Se molli un po’, tanto fisicamente quanto psicologicamente, lui ti passa sopra. “Ho comunque vinto il match più duro dell’anno – ha detto Nadal nel post match – il primo set è stato davvero durissimo perché Ferrer si muove molto in fretta sul campo e la chiave per vincere era trovare ritmo col diritto: è stato davvero complicato”.

L’altra semifinale, per tornare a Guillermo Canas, è stata quella che ogni buon appassionato di Lawn Tennis di volo e di tocco sull’erbetta inglese non si augura. Tre ore di Guillermo Canas e Augustin Calleri, uno di fronte all’altro che si scambiano delle catenate liftate e si riducono ai crampi. Alla fine l’ha spuntata il più duro, Willy (manco a dirlo). D’accordo, si era riposato nei quarti (walkover di Davydenko) ma la domanda dopo una maratona del genere non può che essere una: dopo un tranquillo sabato di paura contro AC come si appresterà a vivere la domenica di fronte a Rafa? Il rischio è che faccia la fine del toro nell’arena, ma con uno così non si può mai dire. E pensare che la poteva chiudere più svelta la pratica Canas, due match-point sul 5-4 e servizio, 40-15 ma nulla da fare. Secondo tie-break, poi terzo set. Lì la via è stata in discesa nonostante i crampi che lo hanno colpito all’avambraccio, “non riuscivo a giocare il diritto, figuratevi che non potevo nemmeno chiudere le dita attorno al grip – ha confessato WC – sul rovescio invece non avevo nessun problema”. I dottori assicurano che domani i problemi muscolari non dovrebbero tormentarlo lasciandogli tutte le armi necessarie per affrontare la terza finale del 2007 come si deve così da non dare la 73esima gioia consecutiva a Rafa su un piatto d’argento. “Batterlo sarebbe splendido ma solo il fatto di giocarci contro per me significa molto, mi permetterà di capire a che punto sono rispetto al numero uno in assoluta su questa superficie”. Crampi permettendo, non dovrebbe essere, e non sarà, un brutto match, tutt’altro…