di Federico FerreroPrevisioni del tennis:
Federer e Nadal, fine del duopolio?Se
quest’anno ci si può permettere di variare sul tema di Roger
Federer e
Rafa Nadal, Rafa Nadal e Roger Federer dobbiamo ringraziare Guillermo
Cañas,
Filippo Volandri e… anche Federer
di Federico Ferrero
Previsioni del tennis:
Federer e Nadal, fine del duopolio?

Se
quest’anno ci si può permettere di variare sul tema di Roger
Federer e
Rafa Nadal, Rafa Nadal e Roger Federer dobbiamo ringraziare Guillermo
Cañas,
Filippo
Volandri e… anche Federer. Il primo ci ha
insegnato che
non si deve partire battuti contro il Migliore neanche sul cemento. Se
capita una volta passi per la giornata della vita, se capita due volte
no: vuol dire che è proprio vero. Al Foro Italico, invece, il nostro
miglior
giocatore sulla terra rossa ha trovato la settimana in cui tutto gli girava
per il verso giusto, le righe si trovavano a occhi chiusi ed ecco che Re
Roger è caduto prima della finale. Poi è arrivato Amburgo a
sovvertire
l’ultimo tabù: nemmeno Rafa è indenne da cadute sulla sua
superficie genetica,
la terra rossa. Poteva già perdere, Nadal, dal miglior Hewitt degli
ultimi
anni ma è ovviamente più affascinante che proprio Federer abbia
interrotto
a ottantuno la striscia di successi consecutivi del maiorchino sul rosso,
convincendosi e convincendo sul fatto che Parigi non avrà un unico
candidato
obbligato. Un favorito sì, un singolo concorrente no.
Un
Federer che da una parte scricchiola
nel ruolo di padrone assoluto ma dall’altra castiga un Nadal dato per
sicuro vincitore in ogni sfida ‘rossa’ contro chiunque: ingredienti
stuzzicanti,
questi, per guardare alla stagione e ai tre Slam rimasti da contendersi
con grande interesse. E se Nadal non facesse il tris al Bois de Boulogne?
E se Federer non avesse già in tasca non tanto Wimbledon, oggettivamente
sua proprietà fino a prova contraria, quanto gli Us Open? E se un
Djokovic
si infilasse tra i due? O Davydenko, o perché non Gonzalez? E se
Volandri,
per curare anche il giardino di casa nostra, ci facesse sognare a Parigi
come ha fatto a Roma?
Bel tempo: la firma di
Jelena Jankovic

Jelena
Jankovic è
una ragazza da Slam, c’è solo da
aspettare il dove e
il quando. Wimbledon a parte, terreno su cui sconta qualche difficoltà
tecnica, Melbourne Parigi e New York possono fare da teatro al suo primo
successo in un major. Ecco perché, in una settimana di tennis femminile
mortificata dalla quantità di spettatori per il Masters Series e
falcidiata
dai forfait tutto sommato è un bene che a Roma abbia vinto lei, che non
è ancora una stella per il grande pubblico dello sport non
‘fissato’
con il tennis ma che presto lo diventerà. Non è una modella ma ha
un viso
“alla Modigliani’, è vezzosa e spigliata, sa muoversi bene e
difficilmente
non attira l’attenzione. Tra qualche anno la sua firma nell’albo
d’oro
varrà parecchio.
Ancora bel tempo: prima
di Parigi… ecco Parigi ricostruita in Austria
L’ex coach di Thomas Muster e Andrea Gaudenzi
Ronnie Leitgeb, responsabile del torneo di Poertschach (ex St. Poelten)
ha rilanciato la brillante idea dello scorso anno: comprare e trasportare
la terra del Roland Garros sui campi del circolo che ospita la tappa
del Tour per ricreare condizioni simili a quelle dello Slam francese e
invogliare i giocatori non impegnati nella World Team Cup di Duesseldorf
a non partire per la capitale transalpina, utilizzando Poertschach come
allenamento. Ecco come un torneo piccolo piccolo si è assicurato la
presenza
di Roddick, Davydenko, Ljubicic e Hewitt. Le grandi trovate vengono premiate.
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