di Gabriele RivaI numeri fanno sempre molto effetto: meglio snocciolarli subito per non incorrere nel rischio di non prestar loro la cura necessaria
di Gabriele Riva

I numeri fanno sempre molto effetto: meglio snocciolarli subito per non incorrere nel rischio di non prestar loro la cura necessaria. E quando si parla di Rafael Nadal il primo da ricordare è quello che gli sta sulla carta d’identità, così, giusto per introdurre il personaggio. Venti. Sono gli anni di Nadalito. Se non vi stupiranno di per sé quelli che state per leggere, cosa molto ma molto difficile, tenete presente questo primo dato, forse cambierete opinione. 72 vittorie sulla terra rossa di fila, l’ultima, quella che ha sotterrato anche Willy Canas (criptonite di Federer nei Masters-Series americani) gli è valsa anche il terzo titolo consecutivo a Barcellona, (cosa che è riuscita in 55 anni di vita del torneo solo a Mats Wilander dal ’82 all’84). Non solo: è il 12esimo titolo filato sulla amata terra rossa, 15 in totale sulla superficie preferita (quarto nella storia a pari merito con Guga Kuerten), 20 i trofei considerando tutti i campi. Ma l’indigestione di cifre non finisce qui, manca quella più “americana” ma non per questo meno sorprendente. Al di là dell’Oceano amano le percentuali, facendo questo giochino anche dalle nostre parti risulta che nelle finali dei tornei Atp, lo spagnolo è più letale anche di Re Roger Federer. Lo svizzero ne vince il 77 per cento, lui l’86…

Forse abbiamo esagerato e quindi è il caso di mettere da parte il pallottoliere. Ma d’altronde è difficile commentare l’ennesima vittoria schiacciante sull’avversario di turno, che questa volta non era nemmeno tanto un agnellino sacrificale. Willy Canas sulla terra rossa, oggi, è probabilmente il più pericoloso di tutti. E come lo tratta il più pericoloso di tutti il grande tiranno-buono di Manacor? Seitre-Seiquattro. E’ inutile parlare di come lo abbia dominato col diritto, di come lo abbia cacciato indietro col rovescio, di come si sia protetto col servizio e così via. Tutto già visto, tutto come da copione-Nadal.

Sembra una vita fa: eppure non più tardi di un mesetto addietro si parlava di un Nadal in crisi. Un campione vero non può rimanere a secco per nove mesi, si diceva. Poi il successo di Indian Wells, e da molte parti sono stati in tanti a doversi rimangiare tante parolone sprecate. Ieri Monte Carlo, oggi Barcellona. Domani, probabilmente, Roma e Parigi.