Dopo Parigi, l’azzurro e lo spagnolo si contendono il titolo anche sull’erba. Sinner sarebbe il primo italiano di sempre a trionfare ai Championships, Alcaraz il primo spagnolo a sollevare tre volte il trofeo

“Bis repetita placent” diceva il poeta Orazio. Ebbene sì, per l’ultimo atto di Wimbledon eccoci servita, di nuovo, la partita dei desideri, quella tra i due fenomeni ‘2000’ Sinner e Alcaraz, nel remake dell’epica e sofferta finale del Roland Garros. Jannik cercherà di riscattarsi dai tre dolorosi matchpoint mancati, ma il n. 13 gli porterà quel pizzico di fortuna in più? Contro Alcaraz, campione uscente ai Championships, sarà infatti la 13esima sfida, la quinta in uno Slam, la seconda consecutiva in una finale major e la seconda a Wimbledon. Lo spagnolo è avanti 8 a 4 negli scontri diretti e ha vinto le ultime cinque partite; tuttavia, nell’unico precedente sull’erba – gli ottavi del 2022 – si era imposto l’azzurro. Se si sommano gli anni dei due avversari, il match tra Sinner (23 anni e 331 giorni) e Alcaraz (22 anni e 69 giorni) è la più giovane finale di Wimbledon da quella del 2006 tra Federer e Nadal. È inoltre la prima volta che i due finalisti ai Championships sono entrambi nati negli anni 2000. Inoltre, l’ultima volta in cui ci sono stati gli stessi finalisti a Parigi e a Londra fu nel 2008, con Federer e Nadal, che si erano sfidati nelle due finali anche nel 2006 e nel 2007. In caso di vittoria, il palmares di Sinner salirebbe a 20 trofei, mentre quello di Alcaraz a quota 22.
Lo spagnolo, n. 2 del mondo, è leggermente favorito per il dominio dimostrato contro l’azzurro nell’ultimo anno e per essere stato vittorioso già due volte di fila sull’erba dell’All England Club; se vincesse domenica solleverebbe il trofeo per il terzo anno consecutivo, diventando il quinto tennista dell’Era Open a realizzare tale performance, dopo Borg, Federer, Djokovic e Sampras. Nello stesso tempo, il suo percorso verso la finale è stato più “faticoso” rispetto a quello di Sinner: Carlitos ha concesso in tutto cinque set trascorrendo complessivamente più di 16 ore in campo, a fronte delle 11 ore di Sinner che, invece, ha lasciato solo due set a Dimitrov. In semifinale, il murciano ha sconfitto in quattro set Taylor Fritz mentre Sinner ha superato nettamente per la quinta volta consecutiva, il campionissimo Nova Djokovic (minato, però, da un infortunio alla gamba). L’italiano è l’unico ad inanellare cinque successi contro il serbo dopo Rafa Nadal.
Tra i due fuoriclasse, cosa può fare la differenza per la vittoria? Jannik è certamente più regolare e meno falloso di Carlos, con schemi di gioco più ragionati, travolgente con il suo tennis granitico da fondo. Negli scambi prolungati potrebbe sfruttare l’impazienza dell’avversario; lo spagnolo, infatti, dopo pochi palleggi, è solito cercare il punto ad ogni costo, possibilmente con soluzioni spettacolari. Non sempre ci riesce e, a volte, si ritrova in una spirale di fretta e frustazione. Ha dalla sua parte, però, un’esplosività impressionante, la capacità di far schizzare dalle corde un vincente da qualsiasi punto del campo e nelle situazioni più complicate. Senza dimenticare la potenza, la velocità di palla, l’agilità nei movimenti e la rapidità dei piedi. E la varietà: con Alcaraz in campo è un festival di attacchi, volé, smorzate, slice…, un gioco che si addice particolarmente al manto erboso. E poi il servizio, fondamentale per entrambi. Per Sinner potrebbe davvero fare la differenza per aprirsi il campo e prendere il tempo in avanzamento, possibilmente sul rovescio dell’avversario.
Tra i due, chi lascia trapelare di più le emozioni è Carlitos mentre Jannik gestisce in silenzio la propria “tempesta” emotiva. La riservatezza e la classe del ragazzo di Sesto si sposano bene con l’aplomb del pubblico inglese, sempre molto compìto ed empatico al tempo stesso, che potrebbe apprezzarne la discrezione. Il temperamento solare e sentimentale dell’iberico però lo ha già conquistato in passato. Vedremo con chi si schiereranno gli spettatori domenica.
Grazie alla finale raggiunta a Londra – la quarta consecutiva negli Slam e la quinta in tutto nei major – l’altoatesino centra un altro record, quello di essere il primo azzurro a disputare la finale in tutte le prove dello Slam e potrebbe diventare il primo tennista tricolore della storia a sollevare lo splendido trofeo dei Championships. È inoltre il più giovane ad inanellare quattro finali Slam dopo Rafa Nadal (2009), il sesto giocatore dell’Era Open a riuscirci, dopo Agassi, Djokovic, Federer, Laver e Nadal. È l’11esimo dell’Era Open ad issarsi in finale in tutti i tornei maggiori. In caso di vittoria domenica, salirebbero a 4 i major vinti, dopo l’Australian Open 2024, lo US Open 2024 e l’Australian Open 2025; diventerebbe, inoltre, il 23esimo campione a Wimbledon dell’Era Open, il 66esimo della storia.
Con un’eventuale vittoria contro Sinner, Alcaraz potrebbe realizzare il record di diventare il primo spagnolo con tre sigilli ai Championships (l’anno scorso aveva eguagliato il doppio exploit di Nadal). Diventerebbe inoltre il secondo spagnolo con il maggior numero di trofei Slam (6) dopo Nadal, a quota 22! A 22 anni e 69 giorni, sarebbe il più giovane a conquistare tre titoli a Wimbledon dopo Becker e Borg, nonché il secondo più giovane nell’Era Open a vincere sei major (dopo Borg, a 22 anni e 32 giorni). È inoltre il decimo tennista nell’Era Open a realizzare la striscia di tre finali a Church Road. Un altro dato straordinario consiste nelle 35 vittorie sull’erba su 38 partite disputate. Se vincesse contro Jan, centrerebbe la 25esima partita vinta dopo la finale persa a Barcellona contro Rune.
Lo stesso Djokovic, come detto, battuto da Sinner in semifinale per la quinta volta di fila, nelle dichiarazioni post-match ha ammesso di considerare Alcaraz “leggermente favorito per le vittorie ottenute a Londra e per la grande fiducia che sta dimostrando in campo. Ma il vantaggio è lieve perché Sinner sta colpendo la palla molto bene. La partita sarà molto serrata”. Dal canto suo, Carlitos ha dichiarato al sito dell’ATP che Jannik, “enorme campione, ha certamente fatto tesoro di molte cose dopo la finale del Roland Garros, credo che giocherà ancora meglio, sarà migliore fisicamente e mentalmente”. Lo pensiamo anche a noi, ma Carlos non è da meno e i due faranno scintille. Non resta che godersi lo show.

