Riccardo Bisti
02 January 2018

WTA Auckland tra pioggia e voglia di crescere

Il torneo neozelandese ha vissuto una giornata di pioggia, interamente recuperata martedì. Le previsioni, tuttavia, sono pessime. “Non giocheremo indoor e non vogliamo neanche posticipare la finale” dice il direttore del torneo Karl Budge, che peraltro nutre grandi ambizioni: forte del gradimento delle giocatrici, vorrebbe un upgrade a torneo Premier.

Un sole cocente ha accompagnato il lungo match tra Barbora Strycova e Sara Errani, ma in questi giorni le condizioni meteo al torneo WTA Auckland non sono delle migliori. La giornata di lunedì è saltata quasi interamente a causa della pioggia, causando un forte ritardo nel programma. La faccenda è ancora più complicata perchè l'ASB Classic, storicamente, si chiude al sabato. Per questo, gli organizzatori hanno impostato un maxi-programma nella giornata di martedì, con ben 18 partite, di cui tre su un campo solitamente riservato agli allenamenti. Hanno rimesso il programma in pari, ma rimane la preoccupazione per i prossimi giorni. Le previsioni sono pessime: si parla di forti piogge sia giovedì che venerdì. Per questo, era stata ventilata l'ipotesi di terminare il torneo nelle strutture indoor di Albany Tennis Park, o magari nel campo al coperto dell'ASB Tennis Centre, l'antichissima sede del torneo (l'impianto è stato inaugurato addirittura nel 1920). In passato è successo qualche volta, ma l'esperimento non dovrebbe ripetersi. “Siamo un torneo all'aperto, non giocheremo indoor – ha detto il direttore del torneo Karl Budge – faremo giocare due match in un giorno alle giocatrici solo se sarà strettamente necessario”. Per adesso si va avanti senza tenere in considerazione le previsioni, al punto che Budge tende a escludere uno slittamento della finale a domenica, come peraltro accaduto nel 2012 quando Flavia Pennetta perse contro Jie Zheng. “Prima di pensare a uno spostamento a domenica, faremmo giocare il doppio turno al sabato. Ma ci sono tanti fattori a contribuire”.

OBIETTIVO PREMIER
Lunedì è stata una giornata da incubo: sono terminate soltanto quattro partite, con l'impegno di Julia Goerges terminato all'1.20 di notte. “Sì, ma queste cose non sono così inusuali per i tennisti, probabilmente siamo più condizionati noi”. Gli organizzatori si stanno dando da fare, con un'ottantina di persone (tra raccattapalle e volontari) che si sono ritrovati ad asciugare i campi ogni volta che smetteva di piovere. È un bel banco di prova per il torneo di Auckland, perché c'è il grande obiettivo di crescere come categoria. Essendo un torneo International, può avere soltanto una top-10 in tabellone (quest'anno c'è Caroline Wozniacki), mentre gli eventi Premier non hanno limitazioni nell'entry list. In effetti, la differenza tra Brisbane e gli altri due tornei della settimana (Auckland e Shenzhen) è piuttosto netta. La limitazione a una sola top-10 mette in difficoltà gli organizzatori, tenendo conto che l'accordo con la Wozniacki è stato siglato durante il Roland Garros, quando la danese era fuori dalla prime dieci. La sua crescita ha impedito qualsiasi altra trattativa. Per esempio, Jelena Ostapenko e Venus Williams hanno un buon rapporto con il torneo neozelandese. La campionessa del Roland Garros sarebbe andata ad Auckland se non fosse stata tra le prime 10. E allora Budge ha intrapreso una discussione con la WTA per cercare di capire se sarà possibile un upgrade a torneo Premier. “Negli ultimi cinque anni abbiamo dimostrato che l'ASB Classic è un torneo da non sottovalutare, abbiamo vinto il premio come miglior International per quattro anni di fila – dice Budge – non credo proprio che ci siano molti tornei in cui la prova femminile va meglio del maschile. Continueremo a parlare con la WTA durante l'Australian Open, vogliamo assicurarci che Auckland venga messa nella migliore posizione possibile”.

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