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Marco Caldara
05 April 2017

Verrazzano Open, il gioiellino di “Mou”

La splendida accademia di Patrick Mouratoglou a Sophia Antipolis (Costa Azzurra), inaugurata in pompa magna la corsa estate, sta ospitando la prima edizione di un Challenger da 64.000 euro di montepremi. Il livello lo colloca sul podio dei tornei giocati nel 2017, mentre a livello di qualità delle strutture e cura dei dettagli è già in pole position.
L’universo dei tornei Challenger è molto variegato. Ci sono appuntamenti che per strutture e parco giocatori valgono appena la categoria, altri che partono dal basso e crescono fino a ritagliarsi ruoli di primaria importanza nel calendario, e altri ancora che si presentano subito fortissimo, con strutture di degne di un'altra categoria e ambizioni di livello. È il caso del nuovo Verrazzano Open, torneo da 64.000€ di montepremi in corso in questi giorni sulla terra battuta di Sophia Antipolis, nel cuore della Costa Azzurra, là dove mister Patrick Mouratoglou ha deciso di costruire la sua immensa accademia-resort da 75 milioni di euro di investimento. Un gioiello di qualità e quantità, inaugurato lo scorso settembre con un maxi-evento con ospiti niente meno che Novak Djokovic e Serena Williams, che occupa uno spazio di 12 ettari nei quali sorgono la bellezza di 34 campi da tennis, indoor e outdoor, divisi fra terra battuta e cemento. Avevano promesso dei tornei, e alla prima occasione utile ecco un Challenger, sponsorizzato dalla compagnia finanziaria Verrazzano Capital, ideale per testare l’accademia (anche se non è che ce ne fosse chissà quale bisogno) e capire se potrebbe essere in grado di ospitare anche qualcosa di più importante. Intanto il torneo firmato “Mou” ha riportato il tennis internazionale in Costa Azzurra, dopo che l’ATP 250 di Nizza è appena stato trasferito a Lione, e chissà che il futuro non possa essere proprio quello di avvicinarlo nuovamente al confine italiano. Il potenziale della Patrick Mouratoglou Tennis Academy è enorme, e il torneo è in linea con gli standard della struttura, molto superiori rispetto a quelli della stragrande maggioranza dei Challenger. Aiutato anche da una collocazione in calendario molto interessante, che gli permette di lanciare la stagione dei tornei Challenger europei sulla terra battuta, il torneo sembra già pronto a diventare uno degli appuntamenti irrinunciabili del calendario.
Nella prima edizione, grazie all’intercessione di Mouratoglou (che ha affidato il ruolo di direttori del torneo a Guillaume Rambourg e Jean-Francois Bachelot), ai nastri di partenza ci sono ben quattro top-100, guidati dal top-50 Benoit Paire, che in termini di campo di partecipazione rendono l’appuntamento francese secondo soltanto a due altri Challenger disputati sin qui nel 2017: quello di Canberra (Australia) e quello statunitense di Irving, che però gode di regole particolari perché incastonato a metà fra Indian Wells e Miami. Per un appuntamento appena nato il risultato è notevole, e lo sarà ancor di più nel 2018, quando si spargerà la voce della qualità dei servizi trovati dai giocatori a Sophia Antipolis. Il Campo Centrale non è grandissimo, anche se tanti tornei pagherebbero per avere 1.000 posti a sedere (e aumentarli non sarebbe un problema), ma è ciò che gli sta attorno che rende l’appuntamento unico nel suo genere, con dei palchi privati, una zona vip, un lussuoso spazio per i partner del torneo e addirittura un fan village. Tutte caratteristiche che a livello Challenger si vedono davvero raramente, e soprattutto offerte al pubblico a prezzi contenuti, di massimo a 20 euro per le ultime tre giornate di gara. E basta dare uno sguardo al sito del torneo per notare un’attenzione alla comunicazione superiore a quella di vari tornei ATP, con tanto di TV del torneo, notizie in tempo reale e magazine quotidiano distribuito agli spettatori. Una cura dei dettagli che magari a gente abituata a frequentare il Tour ATP come Paire, Almagro, Garcia-Lopez, Bedene e Mathieu sembrerà normale, ma che chi gioca sempre a livello Challenger troverà fuori dal comune. Tuttavia, conoscendo Mouratoglou e quanto il coach di Serena Williams ci tenga a fare le cose in grande stile, non poteva essere altrimenti. Anzi, c’è da scommettere che sia soltanto l’inizio.
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