di Roberta Lamagni
AL 5° POSTO
Colpi in faccia
Una normale discussione tra vicini di posto si trasforma in rissa, con il padre che accorre a sostegno della figlia “litigante”e, nella colluttazione, rotola giù dalle tribune. In campo Djokovic e Petzschner si fermano. Per una volta sono loro a godersi lo “spettacolo”!
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AL 4° POSTO
Fai la giravolta, fallo un’altra volta
Quarti di finale, derby spagnolo tra Verdasco e Nadal. Nando arriva in recupero di rovescio, stacca la mano e compie un giro di 360 gradi per ritrovare la posizione. A rete, un Rafa in versione ballerina classica, colpisce in demivolée e ruota su stesso. Data l’eleganza del movimento, non sarebbe poi così azzardato proporlo come tennista da “carillon”.
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AL 3° POSTO
“Racchette fresche!”
L’idolo di casa Andy Roddick viene eliminato al secondo turno da uno strepitoso Tipsarevic. Amareggiato, si complimenta sportivamente con l’avversario e, avviatosi verso l’uscita, “risarcisce” il suo pubblico con un inconsueto dono: una, due, tre, quattro... racchette ancora da scartare. Non saremo al mercato del pesce, ma poco ci manca!
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AL 2° POSTO
Silence, Genius at work
Ci sarà un motivo se lo slogan coniato per il campione svizzero recita: “Silenzio, genio all’opera!”. L’ultima prodezza Federer Style risale a New York, all’incontro di primo turno con l’argentino Dabul. Roger viene superato da un pallonetto, si volta, insegue la palla e impatta un colpo secco tra le gambe che si trasforma in un vincente in contropiede straordinario. All’argentino, vittima della magia, non resta che fare spallucce.
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AL 1° POSTO
La schiaccio o l’accarezzo?
Giochi di prestigio nel tennis non sono solo appannaggio dei grandi campioni. Tutti li conoscono, anche se poi sono in pochi a servirsene durante un match. Perché occorre coraggio e spavalderia. Doti che non mancano a Victor Hanescu, protagonista del punto più divertente dello Us Open. Nei pressi della rete, il rumeno ha la possibilità di schiacciare un comodo smash a rimbalzo. Prepara il movimento e lo esegue... a vuoto. Dopodiché accarezza la palla all’altezza delle stringhe. L’avversario, confuso, resta immobile.
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