Thiem a sorpresa, ma non troppo

Il nostro inviato a Umago Fausto Serafini ci racconta il torneo Atp vinto dal 21enne talento austriaco Dominic Thiem ...

Thiem a sorpresa, ma non troppo

da Umago, Fausto Serafini - Foto Getty Images

 

L'oliata macchina organizzativa del Konzum Croatia Open di Umago, torneo Atp 250, si muove con criteri moderni nelle operazioni di marketing, intese come pubblicità e promozione dell'importante evento che da 26 anni si consuma nell'accogliente cittadina dell'Istria croata.

 

Il “brand image” visivo della corrente edizione condensa un messaggio ambivalente perché supportato da tre tennisti di valore, in grado di calamitare folle di ammiratori e di fedeli supporter, a cominciare dal noto francese Gael Monfils, funambolico atleta dall'ineguagliabile tennis champagne e primo della compagnia come numero 17 Atp. A seguire, il ragazzo d'oro di Zagabria, volano fondamentale del caloroso tifo nazionale, il talentuoso Borna Coric. Ed infine Fabio Fognini, garanzia non acclarata di successo, ma pura gioia degli occhi per le deliziose invenzioni che spingono a Umago masse di fans dal vicino confine italiano.

 

Nulla da eccepire sulla composizione del terzetto: le leve agonistiche e quelle attrattive sono perfettamente centrate, ma non sempre i desiderata dei creativi viaggiano in parallelo con le articolazioni delle sfide. Il turno dei quarti diventa la scure per il giovane Coric, affettato dal gioco essenziale e a tratti impenetrabile di Roberto Bautista Agut, spagnolo che rimanda l'idolo di casa ad una più sensata maturazione tattica e soprattutto ad un consolidamento fisico.

 

La stessa giornata segna anche lo sconforto del pubblico di fede tricolore quando Fognini, (eccezionalmente presente coach José Perlas), dopo aver tardivamente gettonato il match e riscaldato i cuori con traiettorie d'antologia e ricami fatati sotto rete, cede per un soffio nel tie-break del terzo tempo all'ispirato Joao Sousa, portoghese inflessibile nell'oscurare anche il vacillante esordio di Andreas Seppi. Dei tre uomini immagine é solo il francese a balzare in semifinale, ma il pass strappato con forza al coriaceo tedesco Phillip Khlschreiber paga dazio elevato in termini di sudore e stress, dentro un duello altalenante di tre tempi durissimi.

 

Ad aspettare la testa di serie numero 1 c’e’ l'austriaco Dominic Thiem, giocatore con il quale il francese condivide alcune prestigiose similitudini da junior in due lustri diversi: inarrivabile primo del mondo il parigino, secondo nel ranking il 21enne della Bassa Austria. Parte a razzo Monfils con numeri d'alta scuola, lampi straordinari che devastano la difesa del rivale e tarpano ogni accenno propositivo. La buriana si placa nel secondo set con il sofferto break di Thiem, conquistato al quarto game. E' lo spartiacque della sfida. Crescono le accelerazioni penetranti con il potente dritto in diagonale e le giocate incensate dalle imprendibili schegge del rovescio ad una mano. Cede progressivamente in sicurezza e reattività Monfils, fino a fare semplice presenza nel parziale decisivo.

 

Nell’altra semifinale va in onda il duello iberico tra due avversari piuttosto omologhi: attenti e dinamici da fondo campo con artiglieria in azione, variazioni improvvise e gambe in moto. Ha la meglio il coriaceo Sousa, paziente nel tessere per tre set la sua ordinata tela, rincorrendo senza sosta i drop shot di Bautista Agut, sempre più impreciso. Così la “Conchiglia” del Centrum Stadium è gremita per un epilogo imprevisto. L'incertezza del match (due gli accesi duelli nei precedenti testa a testa vinti da Dominic) aleggia durante i primi sette giochi. Il tempo per segnare il primo break a favore di Thiem, vantaggio che gli spiana il 6-4 e dà via libera alla sua perentoria cavalcata. Una passerella veloce, elegante, ricca di bei gesti atletici e d'iniziative aggressive, espressione di un giocatore in crescita esponenziale. Supremazia che il lusitano, spremuto e con la mente un po' annebbiata, non riesce a contenere, dannandosi l'anima per racimolare il game della bandiera.

 

Thiem dimostra la validità dell'Accademia viennese di Gunter Bresnik, dove il padre Wolfgang lo ha inserito dieci anni fa, affidandolo alle cure dell'ex capitano di Davis che annovera insegnamenti a Boris Beker, Henri Lacont e a Ernests Gulbis. Il giovane per la prima volta ad Umago da Pro impressiona positivamente per serietà e modestia, si schernisce davanti al confronto stilistico con l'arioso rovescio di Wawrinka e vagheggia la tenacia caratteriale di Thomas Muster, primo austriaco a catturare l'Open croato. Qualità ragguardevoli che ha potuto riconsiderare direttamente dalla tribuna anche Novak Djiokovic (già suo avversario), intento a veleggiare con la famiglia sulle coste dell'Istria.

 

L'osannato campione ricorda con nostalgia la sua apparizione da19enne nel torneo umaghese, prova angustiata dal ritiro sul 6 pari del primo set, proprio di fronte allo svizzero Wawrinka. Alle spettacolari premiazioni l'aulica presenza di Kolinda Grabar-Kitarovic, presidente della Croazia, delegata alla consegna del trofeo al vincitore, poco prima di dare la stura ai fuochi d'artificio e lanciare l'arrivederci all'Atp del 2016.

 

Risultati

Singolare.

Semifinali: Thiem b. Monfils 1-6 6-3 6-1; Sousa b. Bautista Agut 6-3 6-3:

Finale: Thiem b. Sousa 6-4 6-1.

Doppio: Gonzales/Sa b. Fyrstenberg/Gonzales 4-6 6-3 10-8

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