Il countdown verso Tokyo 2020 è cominciato. La racchetta ai Giochi a cinque a cerchi ha sempre rivelato reazioni e modi di pensare contrastanti, tra chi ne minimizza l'appeal rispetto ad un major, a chi crede sia l'evento più importante della carriera di un tennista. E' di quest'idea Andy Murray: "Una medaglia alle Olimpiadi è meglio di una vittoria in uno Slam", il pensiero del campione olimpico a Londra 2012 e Rio 2016. C'è anche chi sottovaluta le Olimpiadi tanto da preferirne un Atp 250 sulla terra casalinga, come farà Dominic Thiem “Tokyo è una città meravigliosa, ma preferisco trascorrere una settimana intera a Kitzbühel”. Rappresentare il proprio paese e scriverne la storia non può oggettivamente essere cosa da poco. Lo sanno bene anche Juan Martin del Potro - che quattro anni fa si dovette accontentare di uno storico argento - e Kei Nishikori, capace di riportare la medaglia al Giappone nel 2016 dopo ben 96 anni. Il podio brasiliano tuttavia ha uno spiacevole comune denominatore: Murray, del Potro e Nishikori sono fermi ai box per infortunio, ma tutti potenzialmente recuperabili per la rassegna di luglio. Una rassegna che desta sempre grande curiosità e interesse riguardo le modalità di qualificazione. Anche in ottica azzurra è importante sapere che i tabelloni maschili e femminili di singolare saranno formati da 64 giocatori per sesso. I primi 56 della classifica Atp e Wta aggiornata a lunedì 8 giugno accederanno a Tokyo; gli altri 8 invece? 6 pass saranno riservati ai rispettivi vincitori delle qualificazioni continentali, a cui va aggiunta una wild card alla nazione ospitante e un invito per un ex campione/campionessa olimpico/a o vincitore/vincitrice Slam. E' ammesso un numero massimo di 6 rappresentanti per nazione, al maschile e al femminile, mentre per il doppio sono qualificate le prime 31 coppie del ranking, oltre alla classica wild card (tabellone da 32). Chiudiamo con il doppio misto (tabellone da 16): prenderanno parte al torneo 15 coppie che hanno il diritto di giocare le Olimpiadi e un duo giapponese, sempre per la regola del paese ospitante.