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Riccardo Bisti
02 December 2016

Spagna: 34 arresti per corruzione e match truccati

La Guardia Civil spagnola ha svelato i risultati di un indagine scattata quasi due anni fa: un'organizzazione criminale, definita “AISTA”, avrebbe corrotto diversi giocatori con l'aiuto di un intermediario (anche lui tennista) per alterare i risultati dei tornei minori. Il volume d'affari avrebbe toccato i 500.000 euro. Il lato più triste di questa faccenda è che nessuno si è sorpreso.
L'hanno chiamata “Operacion Futures”: nonostante il nome ricordi le inchieste legate al doping, stavolta l'oggetto è un po' diverso. Ma nessun appassionato di tennis, almeno tra chi segue i tornei minori, si è stupito nell'apprendere che in Spagna ci sono stati ben 34 arresti, tra cui sette giocatori, per aver truccato partite in tornei Challenger e Futures. Cose risapute, ma che difficilmente emergono supportate da prove. Indiscrezioni, frasi dette e non dette....difficilmente se ne esce. Guidata da una sezione della Guardia Civil spagnola, specializzata in frodi economiche, l'Operacion Futures è scattata nel febbraio 2015 e ha riguardato ben dodici province spagnole, tra cui Madrid e Siviglia (quella da cui sarebbe partito il maggior numero di scommesse). Secondo la tesi accusatoria, l'organizzazione (denominata "AISTA") è partita da un gruppo creato su Twitter, il cui scopo era contattare i tennisti e offrire denaro in cambio di sconfitte. Il contatto avveniva tramite un giocatore “intermediario”, il quale provava a coinvolgere i giocatori propensi alle truffe. Curiosamente, lo stesso ruolo che le tesi accusatorie di Roberto Di Martino (che intanto è andato in pensione) hanno attribuito a Daniele Bracciali, accusato proprio di questo nel processo italiano (e che ha sempre negato tutto, risultando parzialmente assolto nel processo sportivo). A proposito, la vicenda è stata aggiornata al prossimo 28 febbraio, quando saranno ascoltati una serie periti e testimoni. Ma torniamo in Spagna. Una volta ottenute le dovute rassicurazioni sulla truffa, l'organizzazione mandava dei propri “inviati” ai tornei per assicurarsi che tutto si svolgesse secondo i piani. Interessante la distinzione effettuata dalla polizia sulle persone coinvolte.
- Giovani tennisti poco consapevoli della gravità delle loro azioni
- Tennisti più esperti e decisamente a loro agio in certe situazioni.
- Persone esterne che si occupavano di gestire conti e garantire le adeguate coperture.

Nella conferenza stampa tenutasi a Madrid, gli inquirenti hanno spiegato il modus operandi: prima delle partite, il clan parlava con il tennista “intermediario” e lui contattava il tennista prescelto. I pagamenti erano modesti: 1.000 euro. A quel punto si creava un gruppo privato su Telegram, il cui accesso costava 200 euro. Da lì nascevano i guadagni che oscillavano intorno ai 5.000 euro, anche se in un'occasione sono stati superati i 10.000. Nel complesso, l'intera operazione potrebbe aver mosso un giro d'affati di circa mezzo milione. Tra l'altro, sembra provato che in diverse circostanze l'intermediario non abbia versato ai tennisti quanto avevano pattuito, adducendo come scusa il fatto che le scommesse non avevano raggiunto il volume previsto. Se inizialmente c'era un rifiuto, le offerte aumentavano. Al contrario, in caso di pentimenti ritenuti “tardivi”, entravano in scena le minacce. Come detto, tra gli arrestati ci sono sette tennisti, tutti spagnoli, di età compresa tra i i 17 e i 30 anni. Si tratta di giocatori di terzo piano, per intenderci, dal numero 800 al numero 1.400 del ranking ATP. Insomma, abituali frequentatori di tornei Futures. I tornei incriminati sarebbero 17, tra Spagna e Portogallo, con prevalenza a Siviglia (città dove si trovavano i capi banda: gli altri provengono da La Coruna). Da un punto di vista penale, gli implicati rischiano una condanna da 6 mesi a 4 anni di carcere.

Ovviamente potrebbero entrare in ballo le sanzioni da un punto di vista sportivo, sia da parte della Tennis Integrity Unit, che dalla stessa federazione spagnola. Da parte sua, infatti, la RFET potrebbe mettere in moto la propria Giustizia Sportiva come ha fatto la FIT per i casi di Bracciali e Starace e, più recentemente, Cecchinato. Tramite un comunicato stampa, l'ente guidato da Miguel Diaz ha già fatto sapere di appoggiare pienamente l'inchiesta della polizia e ha fatto sapere che procederà, severamente, contro giocatori e/o tecnici la cui colpevolezza sarà pienamente riconosciuta. La notizia fa rumore per il modo spettacolare in cui è stata comunicata, al punto che Cadena Ser ha pubblicato un'immagine con le iniziali dei sospettati, tennisti compresi (tra loro non ci sono nomi importanti), tipo quelle che si vedono nei film e nelle serie poliziesche. Ma, ahinoi, c'è poco di sorprendente. Come ha scritto la federtennis spagnola nel suo comunicato, i tornei Futures sono la parte più debole del tennis e uno dei pochi strumenti efficaci per contenere il problema sarebbe l'abolizione delle scommesse da eventi di questo tipo. Il problema è che l'ITF ha addirittura lanciato i livescore...
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