LE SCOMMESSE SUI TORNEI FUTURES
Pochi dubbi sulla sanzione: squalifica a vita con effetto immediato e divieto di recarsi in qualsiasi evento organizzato dagli organi di governo del nostro sport. Sul piano tecnico, i tre arbitri hanno violato tre articoli del Tennis Anti-Corruption Program, il D.1.a, il D.1.b e il D.1.d. In sintesi, quelli che sottolineano il divieto di qualsiasi attività legata al mondo delle scommesse, anche solo facilitarle, per tutte le persone “coperte”, ovvero tutti quelli coinvolti – a vario titolo – nel mondo del tennis. La notizia in sé non finirà sulle prime pagine, ma è un campanello d'allarme sui rischi che si corrono nel consentire il betting anche nei tornei di terza fascia come i Futures. Si tratta di eventi che sembrano fatti apposta per gli illeciti: pochissimi soldi (ufficiali) in palio, scarsi controlli e nessuna visibilità degli incontri, spesso giocati senza spettatori, giudici di linea o raccattapalle. Da più parti, anche dai giocatori, è stata sottolineata la necessità di mettere fine alla possibilità di scommettere almeno sui Futures. Vedremo cosa succederà dal 2019, quando il Transition Tour dovrebbe porre un limite al professionismo di basso livello. E chissà se ci sarà una riduzione della possibilità di scommettere su eventi che – di fatto – non offriranno più punti ATP. L'altra considerazione riguarda il lavoro della TIU: se sono arrivati a scovare tre sconosciuti arbitri thailandesi, è facile ipotizzare che abbiano gli strumenti per individuare illeciti a livelli ben più alti. In assenza totale di notizie su eventuali scandali riguardanti nomi più importanti – e visto che il Pannello Indipendente chiamato a giudicare sulla TIU non ha individuato particolari negligenze nel suo operato – si potrebbe ipotizzare che il tennis, almeno ad alti livelli, sia abbastanza pulito. A meno di voler pensare male a tutti i costi.