C'è delusione, ovvia. Ma ci sono anche sentimenti contrastanti per il futuro. Da una parte, c'è chi dubita che l'Italia possa tornare in tempi brevi ai fasti di qualche anno fa. Ma c'è anche chi pensa che le giovani (protagoniste di un buon doppio) sapranno alzare il loro livello fino ad essere competitiva in pochi anni. Qui sotto, le parole delle protagoniste in una domenica dura sul campo e molto emotiva fuori. Dalle lacrime della Errani alle speranze della Garbin, passando per la gioia delle slovacche e l'ennesima dichiarazione d'amore di Daniela Hantuchova per il nostro paese.
SARA ERRANI
“Sono un'idiota perché ho continuato a giocare, rischiando di peggiorare la situazione. Ma io sono fatta così, finché riesco a camminare non mi va di arrendermi. Il problema era all'adduttore”
“Già ieri ero distrutta. Schiena, gambe, però nel complesso stavo bene. Il problema è comparso al terzo game e ho capito subito che si trattava di qualcosa di debilitante. Ho provato a fasciare la gamba, ho sperate che mi passasse, ma non c'è stato niente da fare”
“L'avvicinamento alla partita è stato normale, anzi, mi ero scaldata piuttosto bene”.
“Se il problema è figlio della fatica di ieri? Mah...la verità è che non sono al top della forma e non mi sono allenata bene. Ho pensato se venire a Forlì, sapevo che sarebbe stato rischioso, ero al limite. Ma io sono fatta così: mi piace dare il mio massimo: se è il 30% è quello. La verità è che ieri è andata meglio del previsto. Sono pur sempre stata fuori per 20 giorni...Riassumerei tutto in una parola: sfiga”.
“Avrei potuto fare tante cose. Non venire, magari andare a Doha...invece ho deciso subito. Tengo da matti alla maglia della nazionale. Io non abbandono la barca che affonda, per questa maglia sono disposta a lottare fino all'ultimo punto”.
“Non mi piace mollare, quindi avrei rischiato di giocare anche se fosse stato un torneo. In teoria stavo bene: l'ecografia aveva evidenziato che il polpaccio era a posto, però io scendevo in campo e sentivo sempre un po' di fastidio. Paradossalmente, il problema peggiore è stata la febbre: mi ha impedito di allenarmi a dovere. Non mi pento della mia scelta, l'ho fatta perché ci credevo. Non ha senso guardare indietro. Certo che in questi giorni me ne sono capitate di tutti i colori, ciclo compreso...”
DANIELA HANTUCHOVA
“Ho saputo soltanto oggi che avrei giocato. Eravamo tutte pronte a scendere in campo”.
“Ho svolto la preparazione invernale in Italia. Amo questo paese, mi sono sempre trovata bene. Ho passato un po' di tempo presso l'Accademia di Francesco Piccari, poi a qualche torneo sono stata seguita da Lorenzo di Giovanni, ogni tanto ho anche palleggiato con lui. Ho svolto una buona preparazione, sono soddisfatta”.
“Non è semplice giocare contro un'avversaria infortunata. Le cose possono cambiare in fretta, bisogna essere sempre molto concentrate sul proprio gioco. Credo di averlo fatto”.
“Battere una grande giocatrice come Sara è sempre bello, però non avevo bisogno di una vittoria come questa per continuare ad avere voglia di giocare. Ho ancora tante motivazioni, amo il tennis e voglio andare avanti”.
“Quest'anno cambierò programmazione, anche a causa della mia bassa classifica. Giocherò tanti tornei ITF, non vedo l'ora di affrontare questa sfida. Mi piace l'idea di andare i nuovi posti: non dico che giocare sempre gli stessi tornei fosse diventato noioso, però sarà una bella sfida anche andare in luoghi nuovi. Giocherò in Italia: ci sono alcuni tornei da 25.000 dollari in Sardegna, che non è proprio un brutto posto! Mi piace ancora essere una giocatrice di tennis”