Riccardo Bisti
11 November 2017

Impresa Sasnovich, la Fed Cup si decide al doppio

Un match pieno di emozioni tiene in bilico la finale di Minsk: la Vandeweghe aveva portato le americane sul 2-1, ma la Stephens non esce dal tunnel: la campionessa dello Us Open sciupa un vantaggio di 5-2 al terzo contro una coraggiosa Aliaksandra Sasnovich. Per il terzo anno di fila. Il trofeo si decide al doppio di spareggio.

Hai voglia a voler cambiare le regole. Le emozioni - vivaddio - vanno oltre ogni trovata studiata a tavolino. Alzi la mano chi sarebbe rimasto, di domenica pomeriggio, a seguire un match tra Aliaksandra Sasnovich e Sloane Stephens in un torneo qualsiasi. Pochi, soltanto i fanatici. Ma era una finale di Fed Cup, prezioso matchpoint per gli Stati Uniti, a caccia di un trofeo che manca da ben 17 anni. C'era un palazzetto pieno, panchine coinvolte, giocatrici pronte a giocare ogni punto come se fosse l'ultimo. E alla fine è giusto così. È giusto che la Fed Cup si decida al doppio di spareggio, come l'anno scorso, e anche come due anni fa. È giusto per due motivi: in primis, perché lo strano due bielorusso composto da Aliaksandra Sasnovich e Aryna Sabalenka ha fatto cose mirabili. In secundis, perché non era giusto che la libidine dell'ultimo punto fosse di Sloane Stephens. A parte i cattivi risultati post Us Open, il suo rapporto con la Fed Cup non è mai stato passionale, anzi. Ha sempre anteposto gli interessi personali. Legittimo, ci mancherebbe, ma come puoi togliere a CoCo Vandeweghe la possibilità di essere lei, sia pure in doppio, a farcela? Per CoCo, non c'è nulla di più importante che la bandiera americana. Quando Sloane si è trovata avanti 5-2 nel terzo set, a un passo dal trofeo, l'hanno richiamata in fretta e furia dagli spogliatoi. Doveva festeggiare insieme alle compagne, ma aveva lo sguardo torvo. Il regista lo ha capito e ha indugiato su di lei. In precedenza, aveva fatto il suo dovere contro Aryna Sabalenka, forse un po' stanca dopo le fatiche e le tensioni del giorno prima. Ha tenuto (bene) nel primo set, ma dopo essersi arresa al disordine nel tie-break, è crollata nel secondo. Ed ecco il match senza appello (per la Sasnovich) e del possibile riscatto (per la Stephens). Con una fasciatura sotto il ginocchio destro, l'americana ha dato tutto quello che aveva, non molto, per portare a casa 'sto benedetto trofeo. Ha giocato con attenzione, come se fosse una macchina con soltanto quattro marce. Nel primo set è bastato: ha preso un break di vantaggio al terzo game, poi l'ha tenuto con le unghie e con i denti fino al 6-4 finale, uscendo indenne da un complicato ottavo game, in cui la Sasnovich otteneva palle break in serie ma non ne sfruttava neanche una.

RIMONTA IN EXTREMIS
​Tra le due c'è una notevole differenza in termini di facilità di gioco: il gesto della Stephens è più fluido, la sua palla è più pulita. Ma Aliaksandra, oltre alla gente di Minsk, aveva la forza dei nervi e di un tennis geometrico, non da libidine estetica ma sufficiente per fare match pari. E c'era la sensazione, chiara, che il match avrebbe potuto girare. Infatti, appena messo il naso avanti nel secondo, la bielorussa è volata rapidamente sul 6-1 e ha prolungato l'agonia al terzo. La Stephens riordinava le idee, cercava il contatto visivo con la sua panchina, agitava i primi pugnetti del weekend e trovava il break al sesto game, concretizzandolo fino al 5-2. In casa yankee fioccavano sorrisi di compiacimento, come se il traguardo fosse finalmente raggiunto. Di tutti, ma non di CoCo Vandeweghe. Sull'orlo del baratro sportivo, la Sasnovich ha evitato di strafare. Si è limitata a tenere la palla in campo e accelerare quando la situazione glielo consentiva. Quando la Stephens ha servito per il match, ha combinato un paio di disastri e rimesso tutto in bilico. Sul 5-5 era chiaro che ci fosse una giocatrice in piena esaltazione agonistica e un'altra travolta dai fantasmi di due mesi di sconfitte, come se la magia dello Us Open fosse svanita chissà dove. La Sasnovich saliva 6-5, aveva un pizzico di tensione e si faceva riprendere sul 6-6. Il problema della Stephens era la paura: non tentava più accelerazioni, giocate, niente di niente. L'8-6 finale era inevitabile, accompagnato da una modesta esultanza. Sapeva, Aliaksandra, che la montagna da scalare è ancora ripida e faticosa. La Fed Cup 2017 si giocherà al doppio di spareggio: niente alchimie strategiche per i due capitani: Edouard Dubrou va avanti con Sabalenka-Sasnovich, mentre le americane propongono Vandeweghe-Rogers. Due pesi massimi per scacciare i fantasmi che si stanno materializzando nel gelo di Minsk.

FED CUP 2017 – FINALE
BIELORUSSIA – STATI UNITI 2-2

CoCo Vandeweghe (USA) b. Aliaksandra Sasnovich (BLR) 6-4 6-4
Aryna Sabalenka (BLR) b. Sloane Stephens (USA) 6-3 3-6 6-4
CoCo Vandeweghe (USA) b. Aryna Sabalenka (BLR) 7-6 6-1
Aliaksandra Sasnovich (BLR) b. Sloane Stephens (USA) 4-6 6-1 8-6

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