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Atlanta: la favola del ragazzo...di Atlanta!

L'incredibile vicenda di Cristopher Eubanks: 21 anni, numero 461 ATP, gioca part time perché sta frequentando la Georgia Tech University. Ma al torneo di casa ha centrato i quarti, battendo i quotati Fritz e Donaldson. “E' un sogno, spero di non svegliarmi presto. Vincere due partite va oltre l'umana comprensione”. Adesso sfida Ryan Harrison.

Senza saperlo, Cristopher Eubanks ha imitato Filippo Volandri. Dieci anni fa, dopo la vittoria su Roger Federer al Foro Italico, il livornese fece il giro di campo dando il “cinque” a tutti gli spettatori della prima fila. Lo ha fatto anche il 21enne Eubanks, numero 461 ATP, per la prima volta nei quarti di un torneo ATP. Lo ha fatto ad Atlanta, nel torneo di casa, sotto gli occhi di parenti, amici e compagni di Università. Già, perché frequenta la Georgia Tech University, dove alterna tennis e studio in attesa di capire se lanciarsi nel circuito professionistico. Intanto ha battuto, uno dopo l'altro, due connazionali sui quali si punta molto: Taylor Fritz e Jared Donaldson. Nel match di giovedì notte, nessuno pensava che avrebbe vinto dopo che Donaldson gli aveva portato via il secondo set. E invece ha dominato il terzo, chiudendo col punteggio di 6-4 4-6 6-2. Per un posto in semifinale se la vedrà con un altro yankee, l'ex baby fenomeno Ryan Harrison, che ha cancellato un matchpoint a John Millman e in questo torneo vanta due semifinali, nel 2011 e nel 2013. Per Eubanks, costretto a ridurre l'attività per ragioni universitarie, è soltanto il quinto torneo in stagione. Ma Atlanta, per lui, vale quasi quanto uno Slam.

HARRISON: “SARA' UN MATCH PERICOLOSO”
“E' difficile mettere a parole la sensazione che si prova nel giocare nella propria città – ha detto – ma vincere una partita del genere, con questo pubblico, va al di là dell'umana comprensione”. Per lui è la quinta apparizione al BB&T Challenge, la terza nel main draw. Quest'anno gli hanno concesso una wild card dopo che l'anno scorso aveva superato le qualificazioni. Fisico longilineo, rovescio a una mano, dritto aggressivo in perfetto american-style, è un prodotto ancora da sgrezzare, con limiti ancora non ben definiti. “Quando sono in campo mi piace imporre la mia volontà, non importa come gioca il mio avversario. Io porto avanti il mio piano di gioco, i miei schemi. Atlanta? E' un sogno che diventa realtà, spero di non svegliarmi così presto”. Parlando dei due successi di questi giorni, ha detto che hanno egual valore. “E' una situazione folle, vorrei andare ancora avanti...solo in quel caso potrò fare dei paragoni”. Da parte sua, Harrison sa che non dovrà sottovalutare l'impegno. Non si sono mai affrontati, però lo ha visto giocare e ne è rimasto impressionato. “Ha un gran gioco e un gran fisico. Credo che sia solo una questione di tempo affinché metta insieme i pezzi del suo tennis. Ma già adesso è pericoloso, perché con il suo tipo di gioco i margini saranno molto piccoli”. Da parte sua, il ragazzo della Georgia conosce molto bene Harrison. “Lo seguo da anni, ma adesso è giunto il momento di affrontarlo e misurarmi con lui. Non vedo l'ora”.

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