LA CAPACITÀ DI NON MOLLARE
L'americano ha costruito il successo partendo da un gran servizio, che gli aveva fatto tenere 37 turni consecutivi, peraltro dovendo annullare una sola palla break. In avvio sembrava essere il più in palla, affidandosi anche a un dritto molto pesante. Da parte sua, Zverev è partito un po' contratto, commettendo un doppio fallo a concedere due palle break già sullo 0-1. Con viva aggressività, Isner se ne procurava un'altra e poi altre due sul 3-2. Niente da fare, Zverev teneva duro e mostrava una forte carica agonistica. Il set si è chiuso al tie-break, in cui c'è stata più tensione che spettacolo. Tra errori banali e un grave doppio fallo, Isner cedeva quattro punti di fila e spediva avanti il tedesco, sotto gli occhi di David Beckham, leggenda del calcio mondiale. Nel momento peggiore, in cui le gambe non rispondevano come all'inizio, Isner ha avuto il merito di non mollare. Si è aggrappato ai turni di servizio e ha raccolto i frutti nel nono game, quando le sue bordate profonde e angolate hanno costretto Zverev a qualche errore di troppo. L'ultimo game del secondo set è stato il più bello della partita, con diversi punti spettacolari e un paio di palle break salvate da Isner, una con un passante di dritto dopo essere stato ricacciato a fondo da una sortita offensiva. Implorava il pubblico di dargli una mano, indicando i quattro lati del campo centrale come faceva Jimmy Connors, oltre trent'anni fa. Nel terzo set, gli equilibri fisici e ambientali erano ormai ribaltati: era Zverev a faticare di più, a spingere di meno in manovra, a giocare palle più alte e cariche di topspin. La tattica non infastidiva Isner: lo yankee si procurava quattro palle break (di cui tre consecutive sul 2-2), ma non ne sfruttava neanche una. Quando ci si avvicinava all'arrivo al fotofinish, tuttavia, John trovava il break decisivo. Zverev spaccava la sua racchetta ed era il simbolo della resa, poi certificata da tre ace consecutivi nell'ultimo game. Un successo meritato per Isner, ragazzo dalla faccia pulita e dai sentimenti nobili, che stridono con un tennis monocorde, basato su una potenza strabordante.