Per l’umbro Passaro, invece, il mentore si chiama da sempre Roberto Tarpani, il maestro che dallo Junior Tennis Perugia ha portato il suo allievo sempre più in alto. Il loro è un rapporto quasi da padre e figlio, tanto che, quando alla vigilia del match decisivo per il main draw la tensione ha svegliato il perugino alle 3 di notte, Francesco ha trovato l’allenatore a sua volta sveglio, intento a guardare sul cellulare gli highlights della sfida di Champions League fra Real Madrid e Manchester City. Nemmeno l’allenatore riusciva a dormire, come se sul Pietrangeli contro Giovanni Fonio ci dovesse andare lui, ma all’indomani la vittoria tanto attesa è arrivata e il main draw è diventato realtà. Può sembrare ordinaria amministrazione per chi è abituato a certi livelli, mentre è un sogno che si avvera per un ragazzo che solo un paio di mesi fa giocava ancora i Futures, in condizioni lontane anni luce da quelle del Foro. Ma da allora la sua crescita è stata impressionante, con quasi 250 posizioni scalate dall’inizio dell’anno, una finale a sorpresa al Challenger di Sanremo (dove era avanti di un break al terzo contro Holger Rune, che 20 giorni dopo ha vinto il suo primo titolo ATP) e quindi il posto agli Internazionali. L’aveva fissato come obiettivo per il 2023, invece ce l’ha fatta con un anno d’anticipo e ora sogna uno dei campi principali, per trasformare in possibile una sfida contro Cristian Garin che in quanto a coefficiente di difficoltà sarà la più impegnativa della sua intera carriera.
Indipendentemente da come andrà a finire, l’esperienza romana darà a Passaro una bella mano verso il prossimo obiettivo, ossia quello di credere ancora di più nel suo tennis e nelle proprie possibilità. Quando tutto funziona bene non ha problemi ad aggrapparsi alle sue sicurezze, mentre quando le cose si complicano tende a fare un po’ di confusione e non sempre si riprende in tempo per aggiustare il risultato. Ma a 21 anni rientra ancora nella lista dei peccati imputabili all’età, l’importante è conoscere i propri limiti e continuare a lavorare per limarli, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Solo così i campioni sono diventati campioni ed è permesso ritoccare gli obiettivi al rialzo, come ha già fatto un paio di volte nel corso della stagione. Basti pensare che l’obiettivo era arrivare fra i primi 350 del mondo entro dicembre, invece ce l’ha fatta ad aprile e da qui in avanti punta a salire ancora. Intanto, oltre a essersi meritato (come Angelica Raggi, presente nelle qualificazioni) un post social dagli account ufficiali di Regione Umbria, Passaro ha restituito alla sua terra un talento sul quale puntare, a 37 anni dal best ranking di Francesco Cancellotti, unico tennista umbro capace di arrivare fra i primi 100 della classifica ATP. “Cancilla” al Foro Italico raggiunse i quarti di finale nel 1984, battendo l’allora numero 4 Mats Wilander quando aveva 21 anni proprio come Francesco, e di lì a poco si sarebbe spinto fino al numero 21 del ranking. Chiedere a Passaro qualcosa di simile, oggi, sarebbe folle. Ma il fatto che riesca a stimolarne il ricordo vale già parecchio.