Un aperitivo con Federer, più che una star un amico

Siamo stati invitati da Moet & Chandon ad un aperitivo esclusivo con Federer al Jumeirah Grand Hotel di Roma. E abbiamo scoperto un Roger inedito... dal nostro inviato a Roma, MAX GRASSI

Un aperitivo con federer, più che una star un amico

dal nostro inviato a Roma, Max Grassi

Mi presento: “Ciao Roger, Max”.

E lui: “Max, come Max Gazzè!”

Io, stupito: “Conosci Max Gazzè”?

Roger sorride: “No, però l’ho visto sui cartelloni mentre giravo per Roma”.

“Gazzè sarebbe felicissimo di sapere che conosci il suo nome perché va matto per il tennis”.

E lui parte con quella sua risata tutta particolare, una risata che non ti aspetti da una star planetaria del suo calibro. Assomiglia piuttosto a quella del ragazzo più timido che avevi in classe alle scuole elementari, una smorfia buona, genuina, che annulla subito le distanze e ti mette a tuo agio.

Il saluto di Roger ai lettori di Tennis Italiano (purtroppo rovinato dal forte vento)

Com’è Roger nel privato? Simpaticissimo. Proprio non resiste a fare una battuta. E la cosa curiosa è che ci sa fare e come… riesce sempre a strapparti una risata.

Ma partiamo dall’inizio. Eravamo tra i pochi invitati all'evento esclusivo che Moet & Chandon ha organizzato sulla terrazza del Jumeirah Grand Hotel in via Veneto. Un bicchiere di champagne in compagnia del Migliore, worldwide brand ambassodor del marchio... già le premesse erano buone.

Al microfono di Cristina Cimino, Roger ha raccontato delle sue vacanze a Camogli (“sto ancora cercando la sabbia in spiaggia perché lì ci sono solo pietre ed è dura per la mia schiena”). E aggiunge: “Sono anche stato a Capri per una vacanza romantica con mia moglie. Mi piace guidare per le campagne e fermarmi per una pizza o gustarmi le altre cose buone che ci sono qui in Italia”. Racconta della sua amicizia con Starace, il "napolitano"; e di Roma: “Non credo ci si possa tornare mai abbastanza in questa stupenda città. Sono felicissimo di essere qui. E spero che questo sia l’anno giusto per vincere il torneo. E’ nel mio Dna giocare bene sulla terra, sono cresciuto su questa superficie, sono stato in grado di vincere a Parigi quindi perché non qui?”.

Per la cronaca dell’evento - molto divertente e riuscito - vi rimandiamo alla foto gallery. Qui vi raccontiamo un pochino di quello che è successo dopo, quando, spente le luci delle telecamere, abbiamo passato una mezz’oretta a chiacchierare con Federer, come si farebbe con un amico al bar.

Ebbene, chi è abituato a vederlo sui campi, impostato e regale nei suoi gesti perfetti ed eleganti forse si stupirà nel sapere che in privato Roger annulla le distanze ed è un ragazzo normalissimo. Nessun gesto stonato, nessun vezzo da star.

Mi era capitato diverse volte di incontrarlo per le interviste ma lì Roger si trasforma e torna l'immagine seria e professionale che conosciamo. Una volta, in un locale in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, è stato capace di non bere nemmeno un sorso d'acqua durante le domande che io e un collega inglese continuavamo a fargli, semplicemente perché lui era lì per lavorare e non per rilassarsi. Ma, tolti i panni del campione di tennis, Federer si trasforma. Diventa un ragazzo semplice, educato, e molto, ma molto simpatico.

Ti parla della sua difficoltà con l’italiano che capisce ma che prova a parlare solo raramente con gli amici più intimi perché ha dei blocchi che non gli permettono di esprimersi come vorrebbe ("devo sempre passare per lo spagnolo...").

Oppure ti parla delle sue bambine e di come non abbiano ancora mostrato interesse per il tennis: “Preferiscono lo sci e il nuoto e a noi va bene così”. A proposito di Mirka, la moglie. E' lì ma si tiene sempre in disparte per non "rubarci" l'attenzione del marito.

Si parla ovviamente di tennis: “Ma lo sai che le bimbe ci sono rimaste male perché lo scorso anno avevo vinto quel trofeo tutto particolare a Madrid e quest’anno no?. Ho dovuto spiegarglielo...”. Poi il discorso si fa più serio. “Credo che non si possa imparare a giocare a tennis se non si comincia prima dei 20 anni. Non sei d’accordo? Imparare a giocare a tennis è molto complicato".  "Come te sicuro" aggiungo... "No davvero, forse il golf si può imparare anche in età adulta ma il tennis per me no”.

A proposito del golf e del fatto che potrebbe essere un dopo carriera interessante per uno di talento come lui: “Non lo so, io ho bisogno di azione, di energia. Il golf è troppo statico per me e poi ti prende un sacco di tempo, quasi tutta la giornata. Va bene se ti vuoi rilassare qualche giorno ma alla lunga mi stanca. L’ultima volta ho giocato a Dubai ma ho dovuto smettere perché ogni volta che gioco mi viene male a questo punto della schiena (e me lo indica alzandosi la giacca”).

E continua: “Però, mi piace guardarlo alla tv, così come mi piace seguire le news e i canali generalisti. Lontano dai tornei non seguo mai il tennis perché spesso è sui canali criptati; forse potrei seguirlo su internet ma non lo faccio mai. Però quando sono ad un torneo guardo molti match. Alcuni tornei ti permettono di scegliere anche diversi campi. E' bellissimo”.

Scoperto che non possiede la tv criptata provo a vedere se condividiamo l'interesse per la terza dimensione: “Ti piace il tennis in 3D?”. “Non lo so, non l’ho mai visto (domanda stupida, effettivamente quando io seguo la finale di Wimbledon generalmente lui è occupato…). Com’è?” si informa. E si continua a parlare di come viene ripreso il nostro sport e di tante altre cose ancora e la cosa divertente è che proprio non ti sembra di stare a parlare con Federer, il mito ma con un amico qualunque.

Si fa tardi, Mirka e Paul Annacone lo aspettano. Ci scambiamo una stretta di mano all'“americana”. “Ciao Max, goditi questa bella serata, io domani devo giocare e non posso ”.

"Beh, anch’io sono impegnato domani, devo venire a guardarti...".

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