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Riccardo Bisti
16 February 2018

Federer, manca soltanto una vittoria

Un po' di tensione blocca Roger Federer contro Philipp Kohlschreiber, ma non gli è fatale. Il tedesco gioca un ottimo primo set, si procura un paio di setpoint, ma non li sfrutta. Federer si porta a un solo match dal ritorno al numero 1 ATP, a oltre cinque anni dall'ultima volta. In conferenza stampa, un siparietto dedicato a Rafa Nadal.

Roger Federer è ad un solo match dalla (ri)conquista matematica del numero 1 ATP. Gli basterà battere Robin Haase nei quarti di Rotterdam e lunedì prossimo il computer ATP lo riporterà lassù, dove manca da quasi cinque anni e mezzo. Nella serata di giovedì, un Federer così così – forse davvero innervosito dalla posta in palio – ha battuto per la 13esima volta consecutiva Philipp Kohlschreiber. Doveva essere un match di routine, anche in virtù dei precedenti contro il tedesco. Invece ha dovuto tribolare, soprattutto nel primo set, per firmare un 7-6 7-5 che lo spinge nei quarti. “È stato un match estremamente complicato, non ho trovato il mio ritmo – ha detto Federer – quando il punteggio era in equilibrio, non sono riuscito a tirare i miei colpi. È stata una battaglia, vincere è stato un vero sollievo”. Ai punti, il tedesco avrebbe meritato di vincere almeno il primo set. Ha annullato un setpoint con una coraggiosa discesa a rete, dopodiché si è portato avanti 5-2 e poi 6-4 nel tie-break. In quel momento, Federer sembrava rassegnato a un match ad handicap. “Mi stavo preparando per un secondo set da giocare in una situazione di svantaggio – ha ammesso lo svizzero – puoi essere la persona più positiva del mondo, ma quando sei in svantaggio 6-4 vedi solo la negatività, stavo facendo confusione, devo fare questo e quest'altro, ero in balia del mio avversario. È stata una brutta sensazione, ma quando riesci a strappare il set è un momento molto importante. Sono riuscito a sfruttarlo”. Un dritto incrociato al diciottesimo punto portava Federer avanti, ma il match aveva ancora qualcosa da dire.

ANCHE NADAL SI TROVA IN OLANDA
Kohlschreiber ha continuato a giocare più o meno alla pari. Tuttavia, Federer lo ha brekkato all'undicesimo game (aiutato da due doppi falli) salvo poi chiudere senza problemi. Per tornare al numero 1, dunque, dovrà battere il padrone di casa Robin Haase, vincitore sul connazionale Tallos Griekspoor in due set (6-4 6-0). Ci sono soltanto due precedenti, entrambi favorevoli a Federer. Uno in Coppa Davis, l'altro sei mesi fa a Montreal, in semifinale. Di quella partita si ricorda un siparietto messo in piedi da Haase. “Come on Roger!” aveva gridato uno spettatore. Lui ha sentito, e ha replicato. “Ehi, io mi chiamo Robin!”, scatenando l'ilarità generale e attirandosi le simpatie del pubblico. È un bel tipo, Haase, anche se forse si aspettava qualche risultato in più. In caso di vittoria, Federer diventerebbe l'uomo ad essere tornato al numero 1 ATP dopo più tempo: 5 anni e 106 giorni. Curiosamente, un record simile è stato appena realizzato tra le donne: Caroline Wozniacki si è ripresa la leadership lo scorso 29 gennaio, esattamente 6 anni dopo l'ultima volta. Per Federer sarebbe il quarto stint in vetta dopo quelli del 2004-2008 (237 settimane consecutive, record assoluto), 2009-2010 e i quattro mesi nel 2012. Scalzerebbe Rafael Nadal, che curiosamente si trova proprio in Olanda in questi giorni, impegnato in un'attività per la sua fondazione. Gliel'hanno fatto presente, e Federer ci ha scherzato su. “Potrebbe essere qui in giro! ma non per congratularsi con me, casomai per fare un'uscita. Sono solo, senza la mia famiglia. Ma non gli chiederò di venire, semmai dovrei andare io da lui, visto che oggi è lui ul n.1 del mondo funziona così!”.

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