IN VENDITA DA GENNAIO?
Naturalmente, come ogni iniziativa di questo genere, esiste il rischio che il progetto possa non andare a compimento e dunque i soldi investiti essere perduti. Il team Tennibot è composto da sei persone, guidate dal fondatore e amministratore delegato Haitham Eletrabi. Fu lui ad avere l'intuizione: nel 2015 si stava allenando con una macchina lanciapalle e si rese conto che trascorreva più tempo a raccogliere le palline che a colpire. Secondo i suoi racconti, ha trascorso diverse notti insonni fino a produrre Tennibot. Il progetto è durato un paio d'anni e tre prototipi, fino al prodotto definitivo e allo “sbarco” su Kickstarter. Se le cose andranno bene, il prodotto potrà essere spedito in tutto il mondo a partire da gennaio. Potrebbe essere un flop, oppure una rivoluzione. Se i progressi di occhio di falco, sul lungo termine, potrebbero portare alla scomparsa dei giudici di linea (almeno nei tornei importanti), è difficile che il nostro mondo possa fare a meno della figura dei ball boys. A parte l'aspetto “romantico” del ruolo (diversi campioni si sono avvicinati al tennis proprio iniziando come raccattapalle), ormai il ruolo si è evoluto e difficilmente nascerà mai un robot in grado di sostituirli: oggi non si limitano a raccogliere le palline, ma devono assecondare tutte le esigenze dei giocatori, dagli asciugamani tra un punto e l'altro, passando per tutte le richieste ai cambi di campo (recuperare le bottiglie d'acqua, gettare il cellophane delle racchette, tenere l'ombrello quando c'è il sole...). Il progetto Tennibot, dunque, sembra confinato all'immenso mondo del tennis amatoriale. Se il progetto funzionerà, molti tennisti della domenica potranno provare l'ebbrezza di sentirsi un professionista. E pazienza se a recuperare le palle sarà un robot.