L'Italia di Fed Cup è impegnata nell'importante match contro la Slovacchia. Una sconfitta – opzione che non vogliamo nemmeno contemplare – sancirebbe il definitivo distacco dalle big della Fed Cup. Tra le prime convocate della gestione Garbin non c'è Camila Giorgi, attualmente numero 75 WTA ma considerata il nostro miglior prospetto, almeno sul breve termine. La storia è nota: il rifiuto alla convocazione di Corrado Barazzutti per Spagna-Italia ha sancito una spaccatura tra il clan di Camila e la Federazione Italiana Tennis. Qualche anno fa, le parti avevano stipulato un contratto in cui la Giorgi si impegnava a rispondere a tutte le convocazioni in cambio di un supporto economico e logistico. Il castello è franato lo scorso aprile, quando Camila ha informato che non avrebbe risposto all'eventuale convocazione per il match di Lleida. La vicenda ha avuto un importante strascico: la FIT, ovviamente, ha chiesto la restituzione del denaro elargito in questo periodo (somma quantificabile in circa 160.000 euro) come indennizzo per l'inadempienza contrattuale. Pare che la faccenda sia terminata tra le mani di un Collegio Arbitrale. Tuttavia, è stato portato avanti un processo sportivo che ha avuto il suo primo epilogo nei giorni scorsi. Con un pronunciamento dello scorso 27 gennaio (le cui motivazioni sono state pubblicate proprio in questi giorni), il Tribunale Federale (nella persona del presidente Giorgio Gasparotto e dei componenti Fulvio Brizio e Orazio Cicatelli) ha squalificato la Giorgi per 9 mesi, peraltro con una multa di 30.000 euro. Detto che tale decisione è appellabile presso la Corte Federale di Appello e poi, eventualmente, presso il Collegio di Garanzia del CONI, va detto che non avrà nessuna influenza sulla carriera della Giorgi. Le uniche conseguenze sono l'impossibilità a giocare il prossimo match di Fed Cup (22-23 aprile, sarà uno spareggio, vedremo per cosa), la mancata wild card agli Internazionali BNL d'Italia (dove però la Giorgi potrebbe giocare ugualmente, nelle qualificazioni o nel main draw, se avesse la classifica) e l'impossibilità a giocare le gare a squadre in Italia (cosa mai fatta in carriera). L'analisi delle 11 pagine firmate Gasparotto, Brizio e Cicatelli deve tenere conto di questo aspetto: la Giorgi e il suo clan, oggettivamente, possono disinteressarsene. Certo, c'è una multa di 30.000 euro, ma se la Giorgi non ha intenzione di effettuare attività federale, potrebbe anche pensare di non pagarla. E poi – questa è la vera notizia – si tratta di un provvedimento contro una giocatrice che all'epoca dei fatti non era tesserata. Incredibile ma vero, Camila Giorgi non possiede la tessera FIT sin dal 2011. Per questo, è molto complesso stabilire se una giocatrice non tesserata debba sottostare ai Regolamenti FIT. L'avvocato Fabio Azzolini, che l'ha rappresentata nel corso del procedimento, è convinto di no (Azzolini è lo stesso che aveva provato a candidarsi come Consigliere Federale nel team di Massimo Rossi contro Angelo Binaghi: il gruppo non riuscì a candidarsi perché non aveva raggiunto il numero sufficiente di sottoscrizioni). Il Tribunale ha dato una valutazione del tutto differente. Cerchiamo di capire – e semplificare – i passaggi più importanti delle 11 pagine del Tribunale Federale.
La faccenda è iniziata il 25 marzo 2016, quando la Giorgi ha inviato una mail a una serie di destinatari FIT, in cui annunciava la mancata risposta all'eventuale convocazione per Spagna-Italia. La convocazione arrivava ugualmente e Camila rifiutava, scatenando il putiferio mediatico che molti ricordano. A quel punto interveniva la Procura Federale. Il fascicolo, ovviamente, verteva sul mancato rispetto degli articoli del Regolamento di Giustizia che tutelano il rispetto della “maglia azzurra”. L'attività investigativa era a senso unico, nel senso che l'italoargentina non si è presentata alle quattro audizioni per le quali era stata convocata, fissate rispettivamente il 14 aprile, 29 aprile, 19 maggio e 16 giugno. Dopo non aver risposto alle prime due, lo ha fatto nelle due seguenti, parlando dell'impossibilità a partecipare per i vari impegni agonistici. Dopo il quarto diniego, la Procura rinuncia definitivamente a convocarla e le notifica la chiusura delle indagini, avviando il procedimento che ha avuto inizio in data 8 ottobre. Camila non ha presenziato a nessuna udienza, dove a rappresentarla c'era l'avvocato Azzolini. Solitamente, le eccezioni di rito sono meno interessanti di quelle di merito, ma stavolta è il contrario. A parte le solite eccezioni procedurali, l'avvocato ha sottolineato come la Giorgi NON fosse tesserata al momento dei fatti. Per questo, non avrebbe alcun vincolo giuridico sportivo con la FIT. Al contrario, il merito si è basato sulle motivazioni – ampiamente dibattute – che hanno spinto la Giorgi a rinunciare alla convocazione per Spagna-Italia.