Corruzione: Coria se la cava con due mesi

L'Anti-Corruption Hearing Officer non infierisce sull'argentino, colpevole di omessa denuncia per un paio di tentativi di corruzione ricevuti nel 2015: per lui “soltanto” otto mesi di squalifica, ma dovrà scontarne appena due grazie a una sostanziosa sospensione. A breve, dovrebbe arrivare la sentenza Kicker: la pena dovrebbe essere ben più dura.

Gli è andata bene, tutto sommato. Federico Coria, fratello minore di Guillermo (ex n.3 ATP), non sarà contento del pronunciamento dell'Anti-Corruption Hearing Officer (AHO), ma la sua carriera non sarà tranciata dagli otto mesi di squalifica e i 10.000 dollari di multa, resi noti in queste ore dalla Tennis Integrity Unit. Gli è andata ancora meglio, poiché buona parte della squalifica è stata sospesa con la condizionale: ergo, dovrà scontare soltanto due mesi e pagare una multa di 5.000 dollari. Potrà tornare il prossimo 12 agosto, con la fedina disciplinare nuovamente pulita. Naturalmente, la sospensione della condanna è subordinata alla non reiterazione del reato. La sentenza Coria arriva abbastanza celermente rispetto a quando la TIU aveva annunciato la sua colpevolezza, lo scorso 25 maggio. Discutere il suo caso è stato più semplice rispetto a quello di Nicolas Kicker, la cui sentenza dovrebbe uscire nei prossimi giorni. E c'è la diffusa convinzione che l'altro argentino (buon amico di Coria) sia destinato alla radiazione. Decisamente meno pesanti le accuse a carico di Coria, ritenuto colpevole di omessa denuncia. I fatti risalgono all'estate 2015, quando non informò la TIU di aver ricevuto offerte di aggiustare alcuni match nel circuito Futures.

OMESSA DENUNCIA
L'argentino non avrebbe accettato le proposte di corruzione, ma in questi casi vige l'obbligo di denuncia. Inoltre, si sarebbe reso protagonista di una violazione “tecnica”. In due parole, quando la TIU gli ha chiesto di consegnare il suo telefonino, lo ha trovato privo di dati, riportato alle condizioni di fabbrica. Tuttavia, è stato riconosciuto che l'operazione di reset non è stata fatta con intenzioni dolose. A pronunciare la sentenza è stata Jane Mulcahy: la sospensione è scattata mercoledì 13 giugno e scadrà il prossimo 12 agosto. Attualmente Coria è numero 301 ATP e aveva fatto parlare di sé qualche settimana fa, quando ha vinto il suo primo match nel circuito ATP al torneo di Lione (guarda caso, battendo proprio Kicker). Una volta informato della colpevolezza, ha continuato a giocare e ha raccolto due sconfitte: a Reggio Emilia contro il nostro Marco Bortolotti, poi al Challenger di Poznan (si è ritirato dopo aver perso il primo set contro Christian Lindell). Nel luglio 2015, Coria è stato avvicinato con la richiesta di perdere un set in un match a Sassuolo, in cambio di denaro. Come se non bastasse, il mese successivo gli è stato chiesto di perdere alcuni match nel corso della stagione. Lui ha rifiutato, ma è stato zitto: per paura di ritorsioni, sembra. L'udienza si è tenuta lo scorso 22 marzo: ci sono dunque voluti circa tre mesi per arrivare a giudizio. Sempre in quei giorni si è tenuta l'udienza Kicker, i cui contorni sono decisamente più complessi. Detto questo, la sentenza dovrebbe comunque arrivare a breve.

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