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Marco Caldara
01 March 2018

«Cinque opinioni diverse, così ho fatto di testa mia»

Dopo oltre cinque mesi di stop per l'infortunio al polso sinistro, Svetlana Kuznetsova è quasi pronta a tornare in campo. Spera di farlo a Indian Wells, anche se i medici suggeriscono di aspettare ancora un po'. Nel frattempo, ha rilasciato una lunga intervista al portale Sport360, raccontando le difficoltà della sua prima operazione.
Non sono molte, nel circuito femminile, le giocatrici che parlano tranquillamente di vari argomenti come Svetlana Kuznetsova, senza peli sulla lingua. La tennista russa, ferma dell'ottobre scorso per un problema al polso sinistro che l’ha costretta ad andare per la prima volta in carriera sotto i ferri a 32 anni, ha rilasciato un’intervista al portale Sport 360, in cui ha rivelato qualche retroscena del suo problema, come le difficoltà nel capire la soluzione da adottare. Ha ricevuto tanti consigli diversi, così ha fatto di testa sua, si è operata e ora ha ripreso ad allenarsi a Dubai, dove si è recata per preparare il suo 2018, insieme a coach Carlos Martinez e allo sparring partner laziale Matteo Fago. La russa ha appena ripreso a colpire qualche rovescio, e anche se la situazione è ancora in evoluzione, il problema sembra risolto. Il suo obiettivo è tornare per il torneo di Indian Wells, primo Mandatory dell’anno nuovo, dove dovrà difendere i punti della finale di dodici mesi fa, anche se il consiglio dei medici è quello di aspettare ancora un po’. Nei prossimi giorni deciderà come muoversi. Di seguito gli estratti più interessanti della sua chiacchierata a microfoni accesi.

“Prima dell’infortunio ero molto impaurita. Senti spesso gli sportivi dire che hanno subito questa o quella operazione, e pensi che sia normale. Ma quando capita a te non è per niente bello. Sul letto, prima dell’operazione, ero spaventata”.

“Non è stato facile trovare una soluzione al problema. Mi sono infortunata al polso allo Us Open, e i medici mi hanno detto che dopo due settimane il problema si sarebbe risolto. Mi sono fermata per due settimane e poi sono volata in Cina, ma di risolto non c’era nulla e sentivo ancora lo stesso dolore. Perciò ho spedito la mia risonanza magnetica a diversi medici, e mi sono tornate cinque opinioni differenti. Prendere una decisione non è stato facile. Sono stata a Mosca a vedere altri medici, poi in Belgio, e ho pensato anche di andare negli Stati Uniti e in Germania. Quando tutti ti danno un’opinione diversa è difficile decidere. Alla fine ho dato retta a me stessa, ho scelto l’intervento e non ho rimpianti”.

“Mi sono operata in Belgio, dal dottor Frederik Verstreken, che aveva già operato al polso anche Kim Clijsters e Belinda Bencic. Ho parlato con Belinda prima dell’operazione, e sono stata a casa di Kim. È stato incredibile: io e Kim sedute nella cucina di casa sua, in Belgio, a parlare del passato”.

“Sono grata di non aver subito tanti infortuni durante la mia carriera, e ogni volta che mi sono dovuta fermare ho pensato che fosse il momento per passare un po’ di tempo lontano dal campo. In quei momenti realizzi che la vita non è solamente il tennis, e in questi mesi ho avuto modo di testare me stessa in altri progetti. Per un paio di volte ho condotto un programma musicale su una tv russa, e sono stata in un paio di show televisivi, a fare rap o cose simili. Mi piacciono la tv e la radio, mi piace parlare alle persone, comunicare, imparare cose nuove da persone di successo di altri ambienti. Ho capito che un giorno, quando il tennis non sarà più la mia vita, dovrò trovare altre cose da fare”.

“A volte mi viene da pensare che a Indian Wells dovrò difendere la finale del 2017, ma al momento cosa posso farci? Preferisco concentrarmi per recuperare dall’infortunio e tornare nella mia forma migliore. Pensare adesso ai punti in scadenza non avrebbe alcun senso”.

“Se potessi cambiare qualcosa del mio passato? Mi piacerebbe tornare al 2005. Dopo tutti i successi del 2004 avevo subito un crollo. Ho chiuso comunque l’anno nelle prime 30, ma è stato un anno veramente complicato. Vorrei vedere come andrebbe con l’esperienza che ho oggi e con attorno persone in grado di fermarmi e aiutarmi a ritrovare la strada giusta”.
“È ottimo per Serena e per Azarenka che abbiano il desiderio di tornare a giocare dopo aver avuto un figlio. Io penso che se avessi un figlio starei a casa, perché per me girare il mondo con un bambino sarebbe molto difficile, e creerebbe tanta frustrazione. Ma se per loro funziona, perché non dovrebbero farlo?”.

“È difficile trovare un equilibrio fra le persone da inserire nel proprio team. Da un lato mi piacerebbe portarne con me numerose, perché nel Tour capita che mi senta sola, ma dall’altro lato meno persone mi girano attorno e più diventa facile concentrarmi sul lavoro. A volte chiedo a delle amiche di viaggiare insieme a me, ma dipende da come mi sento. Non voglio dipendere da qualcun altro. Sarebbe un bel problema. Carlos (Martinez, l’allenatore, ndr) mi supporta molto, ma non credo di dipendere da lui”.

“Ho già stilato il programma della mia stagione, e proverò a rispettarlo. Il fatto è che se provi a giocare meno tornei devi necessariamente ottenere risultati migliori, per mantenere una buona classifica. Vorrei bilanciare la mia programmazione, giocando alcuni appuntamenti più piccoli per accumulare fiducia prima dei grandi tornei”.

“Ho sentito parlare dell’intenzione dei giocatori di ottenere una percentuale maggiore degli introiti dei tornei. Quella che riceviamo è piccola. Ma io sono una giocatrice, non spetta a me decidere certe cose. Se anche a livello femminile si deciderà di chiedere un adeguamento della situazione, supporterò sicuramente la causa”.

“Quando emerge qualche caso di sospensione per doping preferisco chiedere direttamente ai giocatori in questione, perché a volte ci sono cose che in conferenza stampa non si possono dire, per evitare che vengano scritte in un certo modo. Se conosco l’atleta, chiedo a lui. Il fatto è che il sistema antidoping è diventato talmente severo che magari prendi un farmaco per l’influenza e tanto basta per fallire un test. È difficile dare la reperibilità che si è richiesta in determinate ore del giorno: a volte non so a che ora andrà a dormire o dove sarò a quell’ora. Prima di mettermi ogni crema, penso che sarebbe meglio non farlo. Mi è capitato di comprare del the e poi chiedermi se non contenesse sostanze che non posso assumere. È complicato. Ma sicuramente chiunque imbroglia deve pagare”.
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