Binaghi, l'Italia ha bisogno di tennis

Nella conferenza stampa a consuntivo dell'edizione 2014, il presidente Fit lancia un appello all'Atp per aiutare la fame di tennis italiana ...

Binaghi, l'italia ha bisogno di tennis

foto Getty Images

 

La sala conferenze del Centro Media del Foro Italico ha ospitato la consueta conferenza stampa di Angelo Binaghi, consuntivo dell’edizione 2014. Prima di rispondere alle domande dei giornalisti, il Presidente Fit ha espresso viva soddisfazione per le cifre fatte registrare nei nove giorni di gara. “Siamo molto contenti – ha detto – facciamo i complimenti ai nostri responsabili (Sergio Palmieri, Diego Nepi Molineris e Clauda Fusani, ndr). Di sicuro questo torneo può crescere ancora, e ci impegneremo sin da subito. Nei prossimi giorni, precisamente mercoledì, effettueremo una riunione per costruire un’edizione del 2015 ancora migliore”.

 

Dal punto di vista tecnico, il torneo ha offerto quanto di meglio si potesse chiedere, con una finale tra i primi due giocatori al mondo tra gli uomini (“E nei quarti di finale almeno due partite che valevano una finale Slam”) e la numero 1 contro la migliore italiana tra le donne. “Credo che Sara Errani meriti complimenti per l'intelligenza, la tenacia e l'umiltà che la contraddistinguono e che l’hanno resa un esempio per tutti gli sportivi. Anche grazie a lei, il tennis assume quella funzione sociale per cui è preposta. E il pubblico è stato perfetto: credo che pochi sport in Italia abbiano un così piacevole mix tra competenza e passione”.

 

Secondo Binaghi, questo circolo virtuoso è frutto anche del canale televisivo SuperTennis. “Che non si limita a trasmettere quasi ogni giorno il meglio del nostro sport e ne offre tutti i valori positivi. E nella giornata di sabato, oltre un milione e mezzo di persone si sono sintonizzate per seguire i match di Nadal ed Errani”. Per Binaghi, ancor più dei numeri, contano le sensazioni provate nel corso della settimana. E il record di pubblico è comunque arrivato. “Chiuderemo con circa 8.000 spettatori in più rispetto all’anno scorso, ma ne vorremmo sempre di più, Vogliamo trovare un modo per aumentare ancora il nostro pubblico”.

 

Per questo arriva un vero e proprio “appello” all’Atp. “Chiediamo all’Associazione Giocatori di aiutarci a placare la fame di tennis che c’è in Italia concedendoci di allungare il torneo di qualche giorno. Nella giornata di mercoledì, quando abbiamo avuto oltre 30.000 persone al Foro Italico, non sono riuscito ad andare a seguire Ivanovic-Cornet su un campo secondario perché mi sono trovato davanti una muraglia umana. Questo fenomeno non è frutto del caso, ma è la conseguenza di una serie di investimenti mirati e oculati che hanno fatto esplodere la passione per il tennis nel nostro paese”.

 

Insomma, l’obiettivo è chiaro: crescere ancora, anno dopo anno, e riuscire ad espandersi fino a ospitare un torneo di 10 giorni, il famoso “Mini Slam” con cui è ancora in corso una gara con Madrid. “E’ venuto a Roma Chris Kermode, nuovo Presidente Atp, le cui impressioni sono state più che positive. Ormai non si discute più sul fatto che Roma possa ospitare o meno un Mini Slam. Noi dobbiamo continuare a lavorare, nel rispetto della nostra totale disponibilità espressa l’anno scorso all’ATP, quando noi e Madrid ricevemmo l’invito alla gara per l’attribuzione del Mini Slam”.

 

Binaghi ha poi risposto alle domande dei giornalisti. Toccato l’argomento SuperTennis e la futura partnership con la Federbasket. “I risultati hanno dimostrato quanto fossero strumentali le tesi che volevano far passare il concetto secondo cui i soldi investiti per la TV fossero gettati dalla finestra. Oggi SuperTennis non è più un caso isolato frutto della follia di un pazzo, ma è un esempio per tutti. La partnership con il basket, secondo sport in Italia, ci permetterà di ottenere nuovi risultati: abbassamento dei costi, pubblicità, sinergie e promozione reciproca”.

 

Quando gli hanno chiesto quali sono gli aspetti che rendono Roma un torneo migliore rispetto a Madrid, Binaghi ne ha individuati due, a suo dire più che sufficienti. “Basta guardare le immagini: a Madrid, le donne giocavano nel deserto assoluto. Noi, al contrario, avevamo il pienone sin dai primi giorni. Quando i nostri giocatori erano impegnati sul Pietrangeli, il campo era strapieno e c’erano 4-5 file di persone in piedi. Secondo me bisogna domandarsi cosa potrebbe succedere in Spagna quando non avranno più Nadal, oppure se noi dovessimo trovare un giocatore di quel livello. In fondo basterebbe che Fognini assumesse qualche atteggiamento della Errani. L’altro motivo deriva da quello che sento e percepisco, anche leggendo le interviste. Mi pare che i giocatori preferiscano decisamente Roma rispetto a Madrid”.

 

Il cambiamento dei vertici in seno all’ATP ha rallentato il processo decisionale per il varo del Mini Slam (anche se non è esclusa l’ipotesi di un upgrade per entrambi i tornei interessati). Per questo, è legittimo domandarsi cosa fare per migliorare la capienza dell’impianto attuale nei 9 giorni di gara. “Proveremo a crescere, ma abbiamo i pesanti vincoli della Sovrintendenza – ha detto Binaghi – di sicuro cercheremo di migliorare il Campo Grand Stand, eliminando la sensazione di precarietà tipica per impianti di questo tipo. Il problema è che abbiamo vincoli ben precisi in termini di altezza e di capienza. Per intenderci, se non cambiano idea, i tre campi di allenamento costruiti il mese scorso dovrebbero essere smantellati da domani perché abbiamo ottenuto solo un permesso temporaneo. Il problema è poi che Madrid è troppo a ridosso: significa che alcuni dei migliori devono giocare al mercoledì, intasando il programma e costringendo a collocare sui campi secondari degli incontri di sicuro interesse”.

 

Tutto questo, ad ogni modo, non ha impedito di polverizzare il record d’incassi. A bilancio erano stati preventivati 7 milioni di euro, mentre alla fine saranno 7.800.000. Dati questi che Binaghi associa a quelli complessivi della Fit. “A anche quest’anno abbiamo 5.000 tesserati agonisti in più, 800 squadre in più iscritte ai campionati a squadre e 50 nuove società. Per questo, penso che se l’eventuale upgrade dovesse avvenire tra 2-3 anni, noi saremo ancora più forti” . A chiudere, il Presidente ha risposto con una battuta ad una domanda sull’eventuale nome da dare al Centrale: “Vorremmo aspettare qualche anno e intitolarlo ad un giocatore italiano che magari sia riuscito a fare ancora meglio rispetto a Nicola Pietrangeli…”.

 

 

Ufficio Stampa - Fit

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