MILANO - Soltanto due giorni fa, Scott Griekspoor vinceva il torneo Challenger di Blois. Il marcantonio olandese si è dunque presentato pieno di fiducia all'ASPRIA Harbour Club di Milano. Tuttavia, la sua avventura si è bloccata all'esordio contro un ottimo Andrea Arnaboldi, emerso da un match molto intenso, il più bello del torneo, chiuso col punteggio di 7-6 6-4. D'altra parte, quando gioca Arnaboldi, è difficile non divertirsi. Il suo gioco frizzante garantisce quasi sempre un vivo contrasto di stili. Subito sotto di un break, “Arna” ha rimesso in sesto il primo set e poi se lo è preso al tie-break. Nel secondo, è stato bravissimo a contenere il ritorno di Griekspoor dopo che era salito 4-3 e servizio. Brekkare l'olandese, dotato di un servizio molto potente, richiede un notevole dispendio di energie nervose. Arnaboldi lo pagava nell'ottavo gioco, ma poi azzeccava un game straordinario sul 4-4, il migliore della partita, cancellando due palle del 5-4 e sigillando il break con una prodezza, un pallonetto-capolavoro a scavalcare Griekspoor, che aveva tirato a botta sicura. “In effetti sul 4-4 ho pensato che potesse scapparmi via – racconta Arnaboldi – però il pensiero negativo è durato poco, ho ragionato sul fatto che il punteggio era ancora positivo. Sul 4-4 ho giocato un gran game e l'ho brekkato con un pallonetto un po' fortuito. Io comunque mi sono buttato ed è andata bene, poi ho chiuso piuttosto agevolmente nel game successivo”. Giocare contro un avversario reduce da una vittoria in torneo può essere complicato: “Sin dai primi game ho percepito che Scott era in fiducia. Capisci subito quando un avversario è tranquillo, in forma, spinge con agio e tira tante palle nei pressi delle righe – sottolinea Arnaboldi – però è altrettanto vero che potrebbe essere stanco mentalmente, magari non così disposto alla lotta se il risultato è equilibrato. Questi due aspetti si possono bilanciare: da parte mia, dovevo portare avanti il mio gioco e le mie caratteristiche: penso di aver giocato un buon match”. Col suo stile elegante, con punti di forza non così comuni per gli altri giocatori, Arnaboldi ha messo in difficoltà un picchiatore. “Vero, credo che la strategia abbia funzionato. Cercavo di togliergli il tempo, non farlo giocare in zona di comfort... chiaro, a volte era inevitabile perché tirava molto forte col servizio. Però io ho cercato di variare, metterlo in difficoltà, usare la smorzata... ”.