18 February 2010

Alla scoperta di Dustin Brown

Conosciamo il simpatico jamaicano che coi suoi lunghi dreed e il suo servizio micidiale sta incuriosendo tutti gli appassionati....

Alla scoperta di dustin brown

di Fabio Colangelo

 

Chi è Dustin Brown? Da dove è spuntato quel simpatico jamaicano col fisico alla Usain Bolt con i dreed lunghissimi e con quel tennis che sembra piuttosto casuale? Come ha fatto dopo una vita passata a combattere nell’inferno dei 10000$ ad esplodere e a ritrovarsi in pochi mesi a ridosso dei primi 100?

 

La sua storia è molto particolare, e merita attenzione.  Forse l’ennesima conferma che in questo sport la testa ha un ruolo a dir poco fondamentale.

 

Dutin nasce in Germania nel 1984 da madre tedesca e padre jamaicano. Inizia a giocare a 5 anni e si innamora subito del tennis. All’età di 12 anni però la sua famiglia si trasferisce in Jamaica, e qui iniziano i problemi per questo ragazzino che vuole diventare un tennista.  In un primo momento le difficoltà sono date dal fatto che vive piuttosto distante da Montego Bay (unico luogo dove poter andare a scuola e giocare a tennis), e deve affrontare quotidianamente lunghi e duri viaggi per raggiungere la capitale.  Le cose migliorano quando si trasferisce in città, ma giocare rimane complicato. In Jamaica gli sport nazionali sono cricket e atletica, non esistevano circoli con scuole e maestri, e quindi per “allenarsi” deve arrangiarsi giocando con la gente che trovava ogni giorno li nei campi. Un’ora, tre ore, venti minuti….tutto dipendeva da chi si trovava sui campi e da quanto queste persone volessero giocare con lui.

 

Ma Dustin non molla, vince i pochi tornei che organizzavano per la sua fascia d’età e diventa presto il miglior giovane del paese.  La federazione non può o non vuole aiutarlo, ed è cosi che i suoi genitori, ai quali lui dice di dovere tutto e anche di più, si mobilitano per trovargli qualche piccolo sostegno che gli peremtta di giocare alcuni tornei junior.

 

A 17 anni si reca da solo per tre mesi in Sud America, arriva anche a giocare Wimbledon e Us Open juniores, e chiude la sua breve parentesi tra gli under 18 al numero 61.

 

Come spesso accade la fortuna aiuta gli audaci, e quando sembrava ormai vicino il momento di mollare, visto che nel frattempo i fondi familiari erano finiti, arriva l’aiuto più insperato.  Un ex giocatore jamaicano (Richard Russell) tra il 2002 e il 2003 organizzò oltre 30 tornei futures che permisero a Brown di entrare nel circuito senza sostenere alcuna spesa, e di guadagnarsi anche quanto bastava per permettersi qualche torneo in Nord America.   Esordisce anche in Coppa Davis, sembra andare tutto per il meglio, ma i tornei jamaicani spariscono e nel 2004 si trova nuovamente a un bivio.  La federazione gli nega nuovamente qualsiasi tipo di aiuto, portandolo a rinunciare a giocare per la nazionale. Sono quindi ancora i suoi genitori a sostenerlo. Compiono l’ultimo sofrzo possibile e gli comprano un camper in Europa per permettergli di giocare dei tornei. 

 

A quel punto però doveva cavarsela da solo. Tutte le spese dovevano essere coperte dai miseri prize money che si possono guadagnare nei tornei futures che giocava.  I primi tempi sono stati molto duri, ma non ha mai mollato. Giocare a tennis era sempre stato il suo sogno, ed ora che si stava realizzando non aveva nessuna intenzione di fermarsi.  Pian piano le cose iniziarono ad andare meglio, e anche se il suo tennis rischiosissimo non gli permise di scalare rapidamente il ranking, riusci a proseguire l’attività grazie alle sovvenzioni di sponsor e soprattutto dei circoli per i quali giocava il campionato a squadre. 

 

La svolta definitiva arriva la scorsa stagione.  Dustin inizia bene con ottimi risultati nei futures spagnoli, e nel mese di Maggio raggiunge la sua prima finale a livello challenger (Baden) partendo dalle qualificazioni. Capisce che è pronto a competere a un certo livello, la sua fiducia aumenta di torneo in torneo, vince un challenger e ragginge altre tre finali, e a fine anno è numero 144.  Il suo obiettivo però è quello di giocare Wimbledon senza passare dalle qualificazioni, quindi parte forte anche quest anno, e grazie ai suoi primi quarti in un torneo Atp (Johannesburg) e alla semifinale di Bergamo raggiunge il suo best ranking al numero 131.

 

Personaggio più che positivo all’interno del circuito, è sempre allegro e disponibile con tutti, dice che questa felicità gli deriva dal fatto di essere riuscito a fare quello che ha sempre sognato.  Il suo mito è sempre stato Safin, perché gli pare che anche lui abbia avuto momenti simili ai suoi quando cercava di emergere, e questo gli ha sempre dato la forza di andare avanti.

Non fermarti Dustin, il tuo sogno è appena iniziato…..

 


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