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10 anni fa fu Djokovic: adesso c'è Sascha.

A 20 anni e qualche settimana, Alexander Zverev centra la prima finale in un torneo Masters 1000. La superiorità su John Isner è netta: è costretto a giocare il terzo set solo per un paio di punti giocati male nel tie-break. L'ultimo giovane a spingersi così avanti fu Novak Djokovic a Miami 2007. E vinse il torneo....

Che Alexander Zverev sia un predestinato, beh, non si scopre certo adesso. Ma è nelle giornate come oggi che le speranze cominciano a diventare tangibili certezze. 20 anni, poco più che un ragazzino, ha raggiunto al Foro Italico la prima finale in un torneo Masters 1000. Entrato tra i top-20 da un paio di settimane, si è già assicurato la quattordicesima posizione. Dovesse mettere la ciliegina sulla torta al suo già splendido torneo, si isserebbe al decimo posto. Ma è inutile correre con il tempo e la fantasia. Utile invece raccontare come Alexander ha avuto la meglio su John Isner. L'americano, mai così avanti in un torneo importante su terra battuta, non ha saputo arginare lo strapotere e la rabbia agonistica di Sascha. Isner sapeva bene di doversi affidare al servizio per tenere a bada il ragazzino tedesco, a lui ben noto per aver condiviso il campo di allenamento quando Sascha era ancora un ragazzino. Ma è sui turni di battuta del tedesco che praticamente non si gioca. La miseria di due punti concessi e il 94% dei punti con la prima, nel primo set, raccontano l'autorità di Zverev. Sempre vincente o quasi quando lo scambio supera i cinque colpi, gli è bastato aspettare il momento propizio lungo il fiume, giunto al quinto game. Isner paga fatalmente l'unico momento di amnesia. Avanti 40-15, si lascia impallinare dai vincenti di Sasha. Un piacere per gli occhi e per il pubblico entusiasta, in un incontro che di spettacolo non ne regala poi molto. Un piacere soprattutto per il tedesco: un break basta ed avanza per assicurarsi il primo parziale.

PASSAGGI A VUOTO DA EVITARE
Se nel primo set si è visto poco tennis, nel secondo non se ne vede l'ombra. Un solo game, il settimo, andato ai vantaggi. Inevitabile l'epilogo al tiebreak. E' questo, forse, l'unico momento in cui Zverev mostra ancora l'inesperienza dei suoi anni, le paure di chi è vicino ma ancora non pronto a dettare legge nel circuito. Alexander gioca i primi tre punti come peggio non potrebbe. Una palla facile sul nastro, un doppio fallo e un banale errore non forzato. A Isner non par vero. Facile per lui, al servizio, portarsi sul 5-0. A due soli punticini dal pareggiare i conti. L'americano ci mette del suo per riuscire a rimettere in vita Alexander, che infila un parziale di 5 a 1, annulla due set point ma si deve arrendere al terzo. Il tedesco è furente. Gli occhi brillano di rabbia e consapevolezza che non si può perdere una partita del genere. L'inizio del terzo set è una vera e propria lezione: il passante di dritto con cui ottiene il break nel secondo gioco è davvero da applausi. Tanta classe e anche tanta forza mentale: nel quinto gioco, Isner esala gli ultimi afflati e ottiene tre palle del controbreak ,consecutive. Sasha non si scompone, cancella gli ultimi pericoli e non ne corre più uno fino alla stretta di mano finale. E' dal 2007, quando Nole a 19 anni si ritrovò in finale a Miami, che un ragazzo della sua età non arriva in finale in un Masters 1000 (Miami 2007, il serbo vinse il torneo battendo in finale Guillermo Canas). Proprio come Nole, Sasha potrebbe aprire davvero - e finalmente - una nuova era.

MASTERS 1000 ROMA – Semifinale
Alexander Zverev (GER) b. John Isner (USA) 6-4 6-7 6-1

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