di Gabriele Riva – foto Ray Giubilo6-1 7-6 6-4 e 6-3 7-6 6-4

di Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

6-1 7-6 6-4 e 6-3 7-6 6-4. Simili anche nel punteggio ottenuto per arrivare in finale: sono Federer e Nadal, i due che si sono giocati gli ultimi tre eventi decisivi del Roland Garros, gli stessi due che domenica pomeriggio si giocheranno, per il terzo anno consecutivo, anche la finale di Wimbledon. Parigi è terra spagnola da sempre, Londra è feudo svizzero ma mai come quest’anno Rafa Nadal aveva dimostrato di potercela fare per davvero. E così dopo i quattro set di due anni fa, i cinque della scorsa edizione, domenica riparte l’attacco al forte. Rafa, caricato dalla teoria condivisa da molti per cui è molto più facile che sia lui a riuscire a vincere Wimbledon piuttosto che Federer riesca a vincere Parigi, parte anche con la convinzione di chi ha appena vinto anche sull’erba (il torneo del Queen’s) e di chi, negli ultimi due Slam giocati (tutto Parigi e tutto Wimbledon, meno una partita) non ha mai perso un set, mai. Entrambi arrivano a questa finale avendo vinto sempre in tre partite, tutte piuttosto comode, tutte senza rischi. E le “semi” non han fatto eccezione. Marat Safin, opposto a Federer, e Rainer Schuettler, spossato avversario di Nadal, hanno potuto poco o niente. Troppo dominanti i due, troppo di un altro pianeta. Ancora una volta. Anche Safin, da cui non si sa mai cosa potersi attendere, non ha “sciolto”, ha giocato e ha perso nettamente perché l’altro è stato nettamente, imbarazzantemente più forte. Servizio più che solido, vincenti da tutte le parti, errori col contagocce. Per Rafa ancor meno da dire: pronti via 3-0, un film non ancora visto ma di cui tutti sapevano già il finale. Ma adesso la suspance c’è, l’attesa è bella che creata, le aspettative sono altissime. E il finale, non come per quelle pellicole parigine di inizio giugno, se non per forza a sorpresa, per lo meno è tutto da scrivere.

Ma in attesa del solito duo, il sabato è la giornata della finale femminile: ci si gioca il Venus Rosewater Dish. Tutto secondo programmi. Le due sorellone a giocarsi la finale ai Championships. E allora, più che parlare del giovedì che è stato, meglio presentare il sabato che sarà. Innanzitutto perché le due semifinali hanno avuto storia solo per un set, in entrambi i casi il secondo. Sia Elena Dementieva contro Venus che Jie Zheng contro Serena, hanno pagato lo scotto alla freschezza delle Sisters nei rispettivi primi parziali per poi dar battaglia nei “secondi”. Ma se la bionda Elena non è mai sembrata in grado di spaventare per davvero Venere, la cinesina tutta nervi ha dato più di un grattacapo a Serena che a fine secondo set ha dovuto sfoderare un servizio “da maschio” per non essere costretta ad allungarsi fino al terzo set. Tornando al match in previsione, sono 15 i match disputati in famiglia, otto le vittorie per Serena, per chi in matematica avesse qualche problemino, una sola in più di quelle della sorella. E’ interessante però circostanziare meglio questi dati: di questi 15 match, 8 erano anche finali, come quella che ci apprestiamo a vivere e Serena qui ha quasi il monopolio, 6 vittorie a 2. Restringiamo ancora il cerchio, e vi facciamo rientrare solo i prati verdi di Wimbledon. Tre gli incontri disputati in quello che i giornali di mezzo mondo hanno soprannominato “il giardino di casa Williams”, cioè il Centre Court. 2000, 2002 e 2003 le annate degli incontri: nel primo caso fu semifinale, e la spuntò Venus. Le altre due erano finali, e le ha vinte entrambe Serena. Al di là dei numeri comunque resta una partita difficilmente pronosticabile, di sicuro c’è che oltre al conto corrente, anche la bacheca di casa si arricchirà di certo. Per la felicità di mamma e papà.