Le parole del coach marchigiano a pochi giorni dal rientro in campo del numero uno al mondo

ROMA – «Mi ha sorpreso leggere certe dichiarazioni, anche di addetti ai lavori, sulla possibilità che i tre mesi di squalifica possano risultare alla fine un vantaggio per Jannik… non scherziamo, per favore. Se fosse così, perché nessuno ha mai pensato di fermarsi per tutto questo tempo?». Simone Vagnozzi, da tre anni all’angolo del numero 1 del mondo, mette le mani avanti, a pochi giorni dal ritorno in campo di Sinner, in programma sabato. «Abbiamo cercato di gestire al meglio la situazione. Il primo mese lontano dai campi è stato molto tranquillo poi Jannik ha ricominciato a giocare, senza però poter fare veri e propri match di allenamento fino agli ultimi giorni. E’ stato importante aver provato ieri il Centrale però, attenzione, negli ultimi cinque mesi ha giocato solo due tornei, arriva a questo torneo senza partite vere alle spalle, non possiamo aspettarci miracoli… Saranno importanti i primi match per prendere il ritmo poi vediamo, da numero 1 del mondo lui parte sempre per arrivare in fondo ma questa è una situazione completamente diversa, senza dimenticare poi che la terra battuta è la superficie che regala meno sicurezze al gioco di Sinner, che comunque sa difendersi bene anche lì…». Eppure Jannik sembra molto rilassato, ieri in conferenza stampa è apparso anche più sorridente del solito. «Dovete capire che Sinner ha trascorso un anno durissimo, con il peso di un processo e di una squalifica che incombevano sulle sue spalle. Adesso questo capitolo è chiuso, Jannik è finalmente più tranquillo e pensa solo al ritorno in campo, per forza sorride…».
Ieri il campione altoatesino ha detto di aver ricevuto messaggi inaspettati da qualche collega, tra questi c’era anche Kyrgios? «Non credo proprio – la risposta pronta di Vagnozzi – sicuramente sono state importanti le parole di Ruud, di Zverev, della mamma di Rune. Adesso sento finalmente i giocatori che dicono “siamo in una situazione di pericolo”, un pericolo che fino a poco tempo fa non c’era. Purtroppo le contaminazioni ci possono essere ed è difficile controllarle». Battuta finale sul futuro di Vagnozzi, dopo l’addio annunciato a fine stagione di Cahill. «Non avrei problemi a lavorare da solo nel 2026 con Jannik, mi sentirei adatto – le parole di Simone – però con giocatori di questo livello è importante poter contare anche su un’altra spalla. Personalmente poi vorrei che Cahill rimanesse altri 5 anni, forse è il migliore coach al mondo oltre che una persona speciale».