Il processo di ripartenza del tennis procede giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Il caso Adria Tour sembra ormai archiviato, e nella maggior parte delle esibizioni in giro per il mondo le norme di sicurezza sono rispettate, come dimostra anche l'assenza di nuovi “focolai” tra i giocatori. Tra meno di un mese, però, è previsto l'inizio dei tornei veri, in cui nulla potrà essere lasciato al caso e non ci potrà essere improvvisazione. E' proprio per questo che continua a preoccupare la situazione degli Stati Uniti, ovvero il paese più colpito del mondo ma anche quello da cui dovrebbe ripartire il calendario ATP. A fine agosto, poi, sarebbero in programma gli US Open, il cui svolgimento a un mese e mezzo dallo start è tutt'altro che sicuro.
A confermare i tanti dubbi sul tour americano è stato anche il presidente di ATP, Andrea Gaudenzi, che ai microfoni di Sky Sport. “Se i giocatori dovessero avere una quarantena in entrata e uscita dagli Stati Uniti bloccherebbe immediatamente il calendario”. Questo è già un primo problema, visto che la programmazione dei tornei prevede tre Masters 1000 (Cincinnati, Madrid e Roma) e due slam (US Open e Roland Garros) nel giro di un mese e mezzo. In sintesi il messaggio lanciato da Gaudenzi è il seguente: se si parte, non ci si può più fermare. Per questo motivo, di certezze sulla vera ripartenza del tennis ancora non ce ne sono.
“Dovremo prendere una decisione sugli Us Open nelle prossime due settimane. Ci sono poche risposte alle nostre domande e poca chiarezza, non abbiamo ancora garanzie dai governi. Mi dispiace ma al momento non ho risposte” - aveva anche aggiunto il numero uno di ATP, confermando la grande difficoltà nell'organizzare in piena sicurezza uno dei quattro tornei più importanti al mondo. Gaudenzi ha anche sottolineato che, in caso di giocatori positivi nel bel mezzo di una manifestazione, non ci si potrebbe fermare di colpo. Si tratta di una soluzione che, sicuramente, non metterà tutti d'accordo.