Roland Garros, Lorenzo Musetti: "Alcaraz è entrato in campo con più voglia di vincere, io mi sono lasciato andare"

Le parole del carrarino dopo la sconfitta subita per mano di Carlos Alcaraz negli ottavi di finale dello Slam parigino

Foto Brigitte Grassotti

Lorenzo Musetti si è arreso con lo score di 6-3 6-2 6-2 nell'attesissima sfida di ottavi di finale del Roland Garros con Carlos Alcaraz. Una prestazione decisamente sottotono e un piano tattico ben preciso che il carrarino non è però riuscito a mettere in pratica: "Sicuramente potevo fare molte altre cose rispetto a quelle che ho fatto, ho fatto forse tutto quello che non dovevo fare - ha detto in conferenza stampa l'azzurro -. Ci eravamo prefissi di avanzare sul suo rovescio o comunque imporre un gioco su quell’angolo dove fa meno male. Col dritto muove molto bene la palla, spesso viene a rete e si avvicina molto. Credo che i piani di gioco erano simili per tutti e due, il primo che riusciva a prendere il controllo con il dritto provava ad imporre il gioco per vincere il punto. Io non mi sono espresso come avrei voluto. Non credo si tratti di emozione, ma più che altro devo avere consapevolezza di me stesso e del livello che ho; non devo fare confusione quando sono di fretta. A volte mi faccio prendere troppo da chi c’è dall’altra parte. Ci sto lavorando e speriamo che già dai prossimi tornei questa sconfitta mi sia da lezione".

Musetti ha poi sottolineato: "Una cosa che mi serve è proprio vedere, analizzare questo match giocato in maniera sbagliata sin dall’inizio e vedere cosa avrei dovuto fare, sicuramente anche nei match precedenti, per valutare cos’è il mio gioco e cosa sarà in futuro. Partendo da questo torneo, i match con Shevchenko e Norrie sono stati giocate da manuale quindi andranno osservate anche queste che rappresentano un cambio di marcia, senza ombra di dubbio. Sicuramente certi numeri, certi gesti atletici altri giocatori non li fanno, però ecco sei numero 1 al mondo, il più giovane della storia del tennis, un significato penso ce l’abbia. C’è poco da sorprendersi. Ovvio che in campo, soprattutto per la situazione di svantaggio si tende a meravigliarsi un po’. Più che altro mi sono sorpreso in maniera negativa di quello che facevo io, troppe volte uscivo dallo scambio, magari con una palla corta che non c’entrava nulla, servito sempre male, di fretta, non mi sono mai caricato. Un atteggiamento non positivo che reputo influente sul mio gioco. Ovvio che se al numero 1 al mondo gli lascia anche questo, dà il meglio di sé come ha fatto vedere. Su qualsiasi superficie sta imponendo il suo gioco su chiunque".

Possibili insegnamenti dalla sconfitta: "Questa partita mi serve non dico come bagno di umiltà perché non ho avuto la sfacciataggine di dichiarare qualsiasi che non fosse vera. Oggi mi sento solo di accettare che lui ha giocato meglio, è entrato più grintoso, con più voglia di vincere e mi ha battuto tre set a zero. La cosa più difficile credo sia proprio lottare, io oggi ho scelto la via più comoda che è quella di lasciarsi andare, arrendersi un po’; la prossima volta sceglierò di lottare. Ma proprio da queste partite imparo a scegliere la via più dura che darà i suoi frutti".

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