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di Giona Maffei
05 December 2020

In Italia tornei stoppati e poi fatti ripartire, è caos nei circoli

Marco Crugnola ha parlato a "Il Tennis Italiano": "Comunicazione poco chiara, non sapevamo cosa dire agli iscritti"

Sono state ore complicate per la base del tennis in Italia, quella composta da tanti giocatori non professionisti e da decine, centinaia di circoli che nel 2020 hanno vissuto forse il momento più difficile a livello generale per le cause che tutti conosciamo. Anche in occasione dell'uscita dell'ultimo Dpcm, come per quelli arrivati nei mesi precedenti, non c'è stata subito chiarezza riguardo alla possibilità o meno di giocare per questa o quella categoria. Nella tarda serata di ieri a moltissimi tornei è stato imposto lo stop, ritirato poi poche ore dopo. Marco Crugnola, ex numero 165 ATP e fondatore di Ace Management, ha raccontato a "Il Tennis Italiano" la sua esperienza come organizzatore del torneo Rodeo che si sarebbe dovuto svolgere al circolo di San Giuseppe Arese.

"A mezzanotte hanno comunicato al nostro giudice arbitro di sospendere la gara, mandando anche una lettera del Coni - spiega Crugnola -. Noi abbiamo subito mandato una mail a tutti i 100 iscritti avvisandoli di non presentarsi. Stamattina alle 8:15 ho detto ai miei collaboratori di contattare anche al telefono gli iscritti di cui avevamo il numero per avvisarli di nuovo. Le motivazioni non si sapevano, perché nel comunicato non erano chiare. Abbiamo chiamato una quarantina di persone, però tanta gente è arrivata per giocare. Alle 9:40 è arrivato un nuovo messaggio su Whatsapp in cui ci hanno detto che potevamo continuare. Noi però abbiamo deciso di non giocare perché avremmo dovuto avvisare di nuovo tutti".

Crugnola ha raccontato di come non tutti i circoli e tornei abbiano agito allo stesso modo dopo la prima comunicazione: "Il problema si è verificato in tutta Italia. Chi non aveva avvisato nessuno la sera ha continuato, mentre altri, come noi, si sono dovuti fermare. Abbiamo dovuto rispondere a tante persone arrabbiate perché volevano giocare. Noi abbiamo dovuto rispondere di questa cosa, ma anche noi non sapevamo esattamente cosa dire".

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