Alla scoperta di Luca Nardi: talento e semplicità da Pesaro

Il sedicenne si mette in luce a Perugia e lotta alla pari con Pablo Andujar. Il calcetto e il sushi, passando per il sogno Slam, andiamo a conoscere nel dettaglio uno dei migliori talenti mondiali tra i pari età attraverso una recente intervista esclusiva

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Il tennis messo in mostra da Luca Nardi a Perugia è qualcosa di speciale. Una sorpresa piacevole per il nostro florido movimento, ma sorpresa fino ad un certo punto. Il sedicenne pesarese si è sempre esaltato con giocatori più forti sulla carta. Sì, perché quando il livello si alza, Nardi sta al gioco e espande le infinite doti che madre natura gli ha consegnato. Nella notte tra il 1° e il 2 luglio Pablo Andujar soffre enormemente, talvolta guardando stupito il proprio avversario, capace di prodezze e lampi rari tra i pari età. Luca non è il tipo da montarsi la testa, probabilmente sa di poter esprimere un certo tipo di tennis: lottare alla pari contro il numero 53 al mondo di certo aumenta la consapevolezza, tuttavia non deve offuscare la vista sul lavoro e i grandi miglioramenti che deve (e può) concretizzare.

Le premesse prima del lockdown in verità c'erano tutte, forse non di rendere in questo modo, ma senza dubbio di mostrare i miglioramenti fatti con coach Claudio Galoppini. "Ci stiamo concentrando specialmente sul dritto, faccio molti più punti con questo fondamentale ma è il più ballerino. Inoltre devo essere più rapido nei primi passi. Sono contento soprattutto per il rapporto che abbiamo. Posso parlare tranquillamente di tutto con lui", ci rivelò qualche mese fa sul rapporto genuino con la sua guida tecnica. Ad inizio marzo Luca aveva inciso la sua prima firma a livello professionistico, imponendosi a Sharm El Sheikh in finale con Jaroslav Pospisil. Sarebbe dovuta essere una sorta di rampa di lancio, così come per molti tennisti in ascesa. La pandemia ha fermato tutto, costringendolo a fermarsi da ogni tipo di attività e ritornare nella sua Pesaro, falcidiata dal coronavirus: "Appena arrivato non mi sono reso conto della situazione, di quanto fosse grave, sono rimasto totalmente spiazzato. Non c'era nessuno in giro. Pesaro è stata una delle città più colpite".

La voglia di tornare in campo e concedersi un ritorno alla normalità solo apparentemente hanno sopraffatto la paura con il passare delle settimane. Il lavoro svolto prima di Todi e Perugia ha trovato conferma soprattutto ieri, dopo un paio di uscite - quella con Federico Arnaboldi agli Assoluti e qualche giorno fa al primo turno con Capecchi - caratterizzate da un pizzico di discontinuità, fattore che caratterizza assiduamente il passaggio da Junior a circuito maggiore.

Parlare di sogni e obiettivi è quantomai prematuro. Lo sa bene Luca, che pur non soffrendo i grandi paragoni punta molto sulla scaramanzia: "Non ci siamo posti nessun obiettivo particolare per ora. Solamente il fatto di migliorare, sono giovane. Il sogno resta quello di partecipare a tutti i tornei dello Slam. Se c'è qualcuno che parla bene di me sono solo contento. Non mi faccio pressioni o strani pensieri".

Si definisce un ragazzo semplice Luca Nardi. Tante passioni tipiche di un normale sedicenne che oltre al tennis ama mangiare e non trascurare gli amici: "Mi piace tantissimo il paddle e il calcetto! Se sono in città solitamente vado al sushi". Il cuore invece batte partenopeo: "Tifo Napoli perché mio padre proviene da lì, si è spostato a Pesaro tanti anni fa. Mi ha trasmesso questa grande passione"

Anche altri giovani azzurri riempono la quotidianità del pesarese: "Con Lorenzo Musetti vado molto d'accordo. Abbiamo svolto la preparazione invernale a Tirrenia. Siamo andati a scuola assieme e abbiamo un ottimo rapporto. Anche con Giulio Zeppieri siamo molto amici". Sinner invece avrà probabilmente il tempo di conoscerlo col tempo: "Purtroppo Jannik non l'ho mai visto e non ci ho mai giocato".

Tra le priorità del prodigio marchigiano c'è la famiglia, tra cui la sorella più grande Giulia e il fratello Niccolò, classe 1996 e buon seconda categoria in passato: "Aveva un gran potenziale, per svariati motivi non è riuscito ad andare avanti. Alcune dinamiche lo hanno penalizzato. Da 5 anni studia a Milano come Giulia". Il fratello Niccolò ha un ruolo piuttosto importante nell'avvicinamento al tennis di Luca, che ha preso in mano la racchetta all'età di 7 anni: "Lo accompagnavo al Circolo Baratoff perché mi piaceva vederlo, era molto bravo. Un giorno mi sono detto 'provo anche io e vediamo come va'".

Insomma, se il tennis di Nardi ha qualcosa di diverso da tutti, lo stesso non si può dire per la vita quotidiana. Una crescita all'insegna di valori sani, propiziati da papà Dario e mamma Raffaella, che non possono far altro che agevolarlo nella sua crescita dentro al campo. Il futuro è dalla sua parte, ora tocca a lui scrivere capitoli importanti.

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