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di Giona Maffei
24 November 2020

Andy Murray: "Nadal avrebbe vinto sei Finals su terra. Match di cinque set? Non lo guarderei tutto"

Il britannico ex numero uno del mondo, protagonista di una live su Twitch sulle ATP Finals

Foto Ray Giubilo

Andy Murray è stato protagonista, per l'intera settimana delle ATP Finals, di una serie di dirette sulla piattaforma di streaming "Twitch". Il tennista britannico ha commentato l'ultimo torneo della stagione nel circuito maggiore assieme a Gael Monfils, dando molti interessanti spunti di discussione. Uno dei temi trattati è stato quello che ha fatto discutere tutto il mondo del tennis negli ultimi giorni, ovvero la possibilità di ridurre tutti i tornei al meglio dei tre set. "Due anni fa ho commentato un match fantastico fra Nadal e Del Potro a Wimbledon, credo oltre quattro ore. Il problema è che, a meno che tu sia di persona allo stadio, non hai modo di trovare il tempo per guardarlo tutto - ha spiegato Murray -. Ci sono sempre appassionati più tradizionalisti che vogliono i cinque set, ma i più giovani oggi consumano in maniera un po’ diversa - Da giocatore ho sempre amato il tre su cinque, ma se tu guardi ai Masters 1000 negli ultimi dieci anni, i vincitori sono più o meno gli stessi degli Slam, quindi non so quanta differenza avrebbe fatto. La cosa certa è che da fan non mi siederei più a guardare un match al meglio dei cinque dall’inizio alla fine".

Murray ha poi riservato parole anche per tanti big del circuito, come Rafael Nadal, che anche quest'anno ha mancato il successo alle Finals: "Credo che quello di Nadal sia un commento giusto, perché è vero che le Finals sono sempre state giocate sulla stessa superficie. Se si fosse giocato sulla terra, Rafa le avrebbe probabilmente vinte sei o sette volte". Poi un confronto tra i "Big Three" Federer, Nadal e Djokovic: "Roger Federer è il più bello da guardare, anche Novak è piacevole, mentre è Rafa quello che in ogni scambio rimanda sempre indietro la pallina, perché è quello che da più energia ogni volta che è in campo".

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