Il coach del numero due azzurro ha parlato delle possibilità di qualificazione alle Nitto ATP Finals e del sogno di raggiungere Torino

Foto Ray Giubilo

Dal quarto di finale disputato da Lorenzo Musetti contro Jannik Sinner agli US Open fino alla possibilità per il numero due azzurro di qualificarsi alle Nitto ATP Finals di Torino: Simone Tartarini, storico coach dell’attuale numero 9 del ranking mondiale, ha affrontato diversi temi nell’intervista rilasciata a Rivista Undici. “Sul veloce Lorenzo ha un po’ un pregiudizio mentale – ha detto Tartarini -. Quindi secondo me non è tanto il giocatore tra Alcaraz e Sinner ad aver fatto la differenza, ma la superficie. Con Sinner ha sofferto tanto perché sul cemento non si sente a suo agio come sulla terra, dove invece ha trovato Alcaraz. Quindi è un problema di convinzione, di consapevolezza. Agli US Open è partito troppo male nel match con Sinner, il primo set è stato un disastro. Nel secondo set poteva cambiare tutto perché ha avuto diverse chance per fargli il break. Ma quelle occasioni le ha gestite male. Sapeva di essere lui a rincorrere e non si sentiva tranquillo. Aggiungiamoci pure il fatto che Sinner, come sempre, è stato di una solidità impressionante e fare punto contro di lui in quei casi è difficilissimo. Per me il problema non è stato a livello tecnico o tattico, era bloccato mentalmente. Abbiamo preso uno schiaffone ma questo ci ha fatto capire che per alzare l’asticella c’è bisogno ancora di tanto lavoro”.

Sull’obiettivo delle Finals di Torino: “Le ATP Finals sono più vicine ma ci sembrano ancora così lontane. Ci dispiace molto per Draper, anche se questo ci dà un chiaro vantaggio. Djokovic invece non si capisce mai cosa vuole fare, quindi per noi resta un “ni” pericoloso da tenere in considerazione. I tornei in Asia sono ancora lunghi e ci sono tanti punti che ballano. Credo che Lorenzo se la giocherà fino all’ultimo, purtroppo per il mio fegato. Andrò al torneo di Bercy con un carico di ansiolitici (ride), perché credo che quel torneo sarà decisivo per lui”.