di Gabriele Riva – foto Ray GiubiloCi sono due personaggi che stanno monopolizzando l’attenzione di questo Roland Garros, uno per tabellone, com’è giusto che sia

di Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

Ci sono due personaggi che stanno monopolizzando l’attenzione di questo Roland Garros, uno per tabellone, com’è giusto che sia. Entrambi conosciuti, entrambi attesi al varco, entrambi finora impeccabili. Sono Rafael Nadal e Ana Ivanovic: sono già in semifinale e ci sono arrivati senza mai perdere un set. Non solo senza perdere un set, ma macinando gli avversari. La bella Ana, finalista lo scorso anno, si è concessa il lusso di una “bicicletta” negli ottavi di finale e nei quarti non è stata da meno. Cinque soli giochi lasciati a Patty Schnyder, una che col suo gioco tagliato e tagliente dà fastidio a molte nel circuito. Per non parlare del suo alter ego maschile, il Cannibale di Manacor a caccia del dessert parigino dopo essersi ingollato le tre portate precedenti (i titoli 2007, 2006 e 2005). Rafa Nadal ha perso in tutto il torneo, vale a dire in cinque incontri, qualcosa come 25 giochi. Un record, fino a questo punto del tabellone. L’ultimo a essere sventrato dal nipotino di Toni è stato il connazionale Nicolas Almagro, spagnolo per antonomasia nel nome, nella carta d’identità e nel modo di giocare. Un tipo tosto e solido cui non è facile rifilare un triplice 6-1 che sa più d’umiliazione che di sconfitta. Per lui ora c’è Novak Djokovic, il vincitore dell’unico altro slam disputato nel 2008 (Melbourne) che ha battuto in tre set “al sette”, di cui il secondo al tie-break, la sorpresa lituana Ernest Gulbis. Con Djoko ci ha giocato poche settimane fa Rafa, era metà maggio e i due si sfidavano sulla terra di Amburgo nella semifinale del Masters Series tedesco. Vinse lo spagnolo al termine di un match memorabile. Ora la terra è parigina ed è formato Slam, il problema è che Rafa sembra un carro armato inarrestabile. Serio anche l’impegno che attende Ana per poter dire di aver – per lo meno – pareggiato l’ottimo torneo dello scorso anno. Al di là della rete si troverà la sua connazionale Jelena Jankovic, fresca vincitrice di Roma e miglior interprete del rosso nell’intero circuito Wta.

Questo per quanto riguarda le parti basse, intese come quelle dei due tabelloni, senza malizia. Quelle alte invece vedranno delineare i propri protagonisti a partire dalle 14 di mercoledì quando, per prime, sul campo centrale, il Philippe Chatrier, scenderanno due russe (sembrano non finire mai…): Elena Dementieva e Dinara Safina, proprio colei che ha fatto lo sgambetto, meritandoselo, a Maria Sharapova nei “quarti”. La sorellona di Marat è in un periodo d’oro e non inserirla nella cerchia delle papabili alla vittoria finale sarebbe un’ingenuità mica da ridere. A seguire, l’evento per i francesi, Gael Monfils alla caccia della semifinale contro lo spagnolo David Ferrer. Relegato, si fa per dire, sul Suzanne Lenglen (perché il numero 1 del mondo non vale il passaporto francese per gli organizzatori) Re Roger Federer che è tenuto a rispondere alle vittorie convincenti dei suoi due primi inseguitori contro il cileno Fernando Gonzalez. Prima di loro l’altro, l’ultimo quarto di finale femminile, quello tra la russa Svetlana Kuznetsova e il peso massimo estone Kaia Kanepi.