Aveva vinto una partita in tredici mesi, ma Ernests Gulbis sa sempre sorprendere. Precipitato al numero 589 per un paio di gravi infortuni, gioca una grande partita contro Juan Martin Del Potro e si regala la sfida a Novak Djokovic. “Avrò ancora meno da perdere…e magari giocherò anche meglio”. I complimenti a Jelena Ostapenko.

E' difficile non cadere in luoghi comuni quando si parla di Ernests Gulbis. Nel giorno dell'ennesima rinascita, tuttavia, la frase fatta è inevitabile: "con lui, tutto è possibile". Il Principe Ernests è lo stesso che vanta vittorie su Roger Federer e Novak Djokovic, ma che si è presentato a Wimbledon con un terrificante numero 589 ATP accanto al suo nome. Il ranking protetto gli ha consentito di entrare nel main draw e lui, senza colpo ferire, si è conquistato il match contro Novak Djokovic. Se la vittoria contro Victor Estrella Burgos ci poteva stare, pochi si aspettavano un successo su Juan Martin Del Potro. Ma con lui, che non guarda la classifica perché “sennò rischio di deprimermi”, è davvero tutto possibile. In passato aveva responsabilità precise per le sue disgrazie, ma stavolta è stato sfortunato. Un problema al polso gli ha fatto perdere la seconda parte del 2016. Come se non bastasse, a inizio anno ha avuto uno strappo a un polpaccio. E qualche settimana fa ha dovuto mollare il Challenger di Prostejov per un problema ai muscoli addominali. Ma la carta d'identità, tutto sommato, è ancora dalla sua parte. Compirà 29 anni ad agosto e – in potenza – ha almeno 4-5 anni di tennis davanti a sé. Grande tennis? Al netto degli infortuni, dipende ancora da lui. Di sicuro, non ha mai perso popolarità. Perché è un tipo intelligente, dice quello che pensa, spesso si lascia andare a dichiarazioni scomode, persino tafazziste. Non è un caso che su Twitter abbiano addirittura aperto un account parodia su di lui, anche se non lo aggiornano da qualche mese.

AMORE E BARBA LUNGA
Nessuno si è veramente stupito del 6-4 6-4 7-6 con cui è diventato uno dei personaggi di Wimbledon. Anche se aveva vinto una partita negli ultimi tredici mesi, Ernests Gulbis può davvero battere tutti. “Ha avuto una buona giornata. Quando sta bene, nessun risultato gli è precluso” ha detto Del Potro, che pure ha giocato la sua partita. Sin dal quinto game, si è capito che Gulbis si era svegliato dalla parte giusta del letto. Con un paio di palle corte e colpi preclusi a buona parte dei colleghi, si è preso il primo break. “Avevo giocato bene già al primo turno – dice Gulbis – ma in questa partita ho espresso davvero un grande tennis. Ho servito bene e risposto bene”. E' un tipo intelligente, ma quando parla di tennis effettua ragionamenti semplici, quasi basici. Per esempio quando deve giocare contro Nadal. Dice che lo stile di Rafa non gli dà fastidio e che lo può battere tirando una palla a destra e una a sinistra. Non lo ha mai battuto, ma spesso ci è andato vicino. Nessuno dubitava che avesse le armi per battere Del Potro, ma non era scontato che reggesse sul piano mentale. “Sono stato bravo nel terzo set, lui ha giocato bene, mi ha brekkato, ma ho ugualmente trovato il modo di vincere il tie-break”. Il Gulbis del 2017 ha la barba lunga: gli hanno chiesto da più parti da radersi, ma lui fa finta di non sentire. In fondo, come ha dichiarato qualche settimana fa, ha già trovato quello che conta davvero: l'amore. Certe frasi sembravano il preludio a un addio, ma Ernests ha smentito ancora una volta gli scettici. “La barba non è una questione scaramantica: semplicemente, sono un po' pigro per radermi. In campo ero molto rilassato, ma non è stata una sorpresa: in questo periodo sono rilassato, è l'approccio complessivo al torneo. E colpivo bene la palla da più di un mese”.

NIENTE DA PERDERE
Tanto è bastato per conquistarsi il diritto di giocare sul Centre Court. Troverà Novak Djokovic, con cui ha perso sei volte su sette. L'ultima un paio d'anni fa, ma stava per batterlo a Montreal. “Io e Nole non abbiamo passato troppo tempo assieme per diventare buoni amici” ha detto, ricordando il periodo in cui avevano lavorato a Monaco di Baviera, presso l'accademia di Nikki Pilic. “Però abbiamo un buon rapporto, davvero buono. La partita? Contro Del Potro non avevo niente da perdere e ho giocato bene. Sabato avrò ancora meno da perdere, magari giocherò anche meglio”. Tra le notizie del giorno, c'è stato l'addio di Head a Bernard Tomic per le sue dichiarazioni anti-tennis. Normale chiedere un parere al lèttone, che di bizze se ne intende. “Tomic è un ragazzo simpatico. Non è cattivo, ma ogni tanto dice le cose in modo un po' troppo diretto. A volte è capitato anche a me, è un peccato”. Gulbis torna alla ribalta quando la Lettonia del tennis è entrata nel Risiko del tennis grazie a Jelena Ostapenko, clamorosa vincitrice al Roland Garros. “E' stato incredibile, sono molto felice sia per lei che per il mio paese. Abbiamo una grande giocatrice”. Ernests non è invidioso, però lo scettro di principe del tennis lèttone ce l'aveva lui. Se l'avvento della Ostapenko gli ha dato motivazione, beh, c'è soltanto da essere contenti.