Le parole di Fabio Fognini direttamente dal Campo Centrale di Roma, dove si è congedato per l’ultima volta davanti a un pubblico che negli anni gli ha mostrato un grande affetto. E non è mancata la polemica sulla Davis

ROMA – «Grazie Roma, è stato un bellissimo viaggio. Non c’era altro torneo per dire basta al tennis. Però non smetto oggi, eh, giocherò fino a fine anno. Poi vedrò, parlerò con il capofamiglia (e inquadrano Flavia Pennetta, che piange ormai da qualche minuto, nda) e deciderò il mio futuro». Fabio Fognini, 38 anni il 24 di questo mese, ha chiuso mestamente la sua ultima partita romana ma ha ancora l’orgoglio e la voglia di rivendicare le sue vittorie, anche di fare polemica. Sui tabelloni dello stadio sono appena state trasmesse le immagini di una splendida carriera, delle vittorie in torneo e in Davis, del trionfo di Monte Carlo che gli valse il nono posto nel ranking, a indicare che il tennis azzurro aveva un futuro vincente ormai vicino, come poi Berrettini, Sinner e compagnia bella hanno ampiamente dimostrato. «Sono orgoglioso della mia carriera – ha detto in campo – da bambino non avrei mai immaginato di poter arrivare a certi risultati. Vado via con il sorriso sulle labbra ma con una ferita aperta, è una cosa che sento dentro e devo dirlo: lo sapete, per la Coppa Davis ho dato tutto, poi però negli ultimi anni ho potuto solo tifare per i miei amici e gioire per i loro trionfi in Spagna (nelle due finali vittoriose di Malaga Fognini non è stato convocato, nda) e questo non mi andrà mai giù». Una battuta con Barazzutti, anche lui in tribuna («Capita’, tu mi facevi giocare singolo e doppio in Davis, hai visto nel video quella voleé?») poi il congedo toccante: «Vorrei essere ricordato come un ragazzo che in questo sport ha messo sempre tanta passione. Che ha sbagliato tanto, è vero, ma che ogni volta ha chiesto scusa». “Non ti dimenticheremo mai!“, urla qualcuno dalla tribuna, è ora di dedicarsi ai tifosi, che anche questa sera non hanno fatto mancare il loro affetto canoro: la maglia regalata, i selfie, gli autografi infiniti.

